Tra le pieghe dell’ultima legge “Omnibus” approvata dal Consiglio regionale a fine novembre ci sono anche due modifiche, passate finora in sordina, che riguardano la normativa in materia di aree protette. Sono solo apparentemente di carattere tecnico-burocratico ma invece, a ben guardare, mutano nella sostanza i processi decisionali che riguardano i vertici dei Parchi naturali di competenza della Regione Calabria. La legge che disciplina la materia è la n. 22 del 2023 modificata, finora, già cinque volte. Ora a cambiare è l’iter di nomina del presidente dell’ente di tutela ambientale, la cui nomina spettava e spetta al vertice del Consiglio regionale. Solo che prima il numero uno di Palazzo Campanella lo sceglieva da una rosa di nomi indicata dalla Comunità del Parco, organo consultivo in cui sono rappresentati i sindaci del territorio dell’area protetta, ora invece il presidente del Consiglio regionale potrà sceglierlo direttamente, senza pescare da alcuna rosa, «tra soggetti dotati di comprovata esperienza e competenze pluriennali nella gestione amministrativa idonee al ruolo e alle funzioni da ricoprire risultanti da documentato curriculum».