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Regionali in Calabria, Tucci (M5S): centrosinistra cominci a lavorare alla candidatura

«In questo mese di gennaio il centrodestra compirà cinque lunghi e ininterrotti anni di governo regionale senza che nulla sia sostanzialmente cambiato, specie in ambito sanitario dove la situazione è drammatica. In compenso la politica degli annunci e degli spot va a gonfie vele. Quella che emerge dal racconto del presidente è Las Vegas, non la Calabria. E meno male che Occhiuto ha anche i super poteri di commissario al ramo, poteri che evidentemente non sa far fruttare come la triste realtà dimostra». A dichiararlo è Riccardo Tucci, parlamentare del Movimento 5 stelle, intervistato questa mattina su Radio Crt da Ugo Floro. Tucci ha esortato l’intero centrosinistra a non perdere tempo e a lavorare sin da ora ad un cambio di rotta, a partire proprio dalla cura del bene salute: «Abbiamo competenze specchiate che sarebbero in grado di impegnarsi proficuamente nella soluzione di una piaga senza fine».

Bisogna però prima conquistare la Regione. Come? «Non voglio correre il rischio di bruciare nomi validissimi, ma è necessario lanciare una figura di candidata o candidato dalla chiara natura politica. Se potessi decidere io, questa dovrebbe essere espressione del Movimento, il cui elettorato tende ad emergere con forza quando il leader di coalizione è sentito come proprio, vedi l’esperienza sarda.Per cui dico no a soluzioni civiche o incolore. Esse sono state già sperimentate nel recente passato e abbiamo visto com'è andata. C'è bisogno di chiare scelte politiche in cui l’elettorato possa riconoscersi. In tale direzione sono convinto che all’interno del Movimento vi siano uomini e donne in grado di competere meglio rispetto ad altre soluzioni contro il centrodestra degli annunci».

E sull'ipotesi Tridico, Tucci conferma che essa sia ancora in piedi, nonostante la smentita dell’ex presidente dell’Inps: «Sono persuaso che egli voglia rispettare il chiaro mandato popolare ottenuto alle ultime consultazioni europee, ma in tutti questi anni ho imparato che in politica la parola mai non abbia alcun significato e che se il partito chiama bisogna rispondere».

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