Legge di bilancio che non dà risposte ai bisogni del Paese, scarsa attenzione al Mezzogiorno, perdita del potere di acquisto delle retribuzioni, e ancora Sanità, ritardi nel Pnrr, gravi livelli di disparità di genere. Questi e altri i temi al centro dello sciopero annunciato da Cgil e Uil per il prossimo 29 novembre, a Cosenza, in un corteo che partirà da piazza Kennedy fino a piazza Carratelli. Una giornata di protesta contro la legge di bilancio del Governo, considerata inadeguata a risolvere i problemi del Paese e alla luce, tra l’altro, della presentazione del rendiconto Inps che fotografa, secondo le sigle sindacali, un paese che soffre e, più nel particolare, una Calabria ancora in perdita sotto molteplici punti di vista.
A tirare le somme in una conferenza stampa a Lamezia Terme, la segretaria generale Uil Calabria, Mariaelena Senese e il segretario generale Cgil Calabria, Gianfranco Trotta. «Questa è la quarta manovra di bilancio che ci porta a scendere in piazza» ha specificato Senese, «non è uno sciopero politico come tanti affermano, ancora una volta assistiamo a una manovra che va contro i bisogni e le esigenze del paese. Il rendiconto Inps è allarmante – ha aggiunto la segretaria – se è vero che il 2023 chiude con un saldo positivo sull’occupazione si tratta in realtà di contratti a tempo determinato, di lavoro precario, e la Calabria su questo è nelle maglie della lista nera. Preoccupa inoltre il livello di disoccupazione, notevolmente aumentato rispetto anche alla media nazionale e, all’interno di ciò, uno spaccato ancora più grave è quello sulle donne: assistiamo in Calabria – ha sottolineato – ancora a una disparità di genere allarmante, il 56% delle donne risulta inattivo, contro il 16% degli uomini».
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