“La Fp Cgil Calabria condivide la preoccupazione dei lavoratori per la notizia, diffusa nei giorni scorsi dagli assessori regionali, dell’imminente trasformazione dell’azienda Calabria Verde da ente pubblico non economico ad ente pubblico economico.
Non può che destare perplessità la decisione di snaturare l’azienda dopo il graduale processo di risanamento e la ormai prossima risoluzione delle problematiche finanziarie che hanno attanagliato l’azienda per diversi anni”, lo scrivono in una lettera indirizzata al direttore generale dell’Azienda Calabria Verde Giuseppe Oliva la Segretaria Generale Fp Cgil Calabria Alessandra Baldari e il Segretario Fp Cgil Calabria Ferdinando Schipano.
“È bene ricordare - affermano - che le difficoltà finanziarie dell’azienda sono scaturite dal mancato trasferimento del Trattamento di Fine Rapporto maturato dagli operai forestali presso il precedente ente, Afor, nonché dal mancato finanziamento dell’attività lavorativa, svolta da parte degli stessi, per via di un improprio decreto della Regione Calabria con il quale ha chiesto la restituzione delle
somme dovute. Riteniamo che la fine del commissariamento e la positiva gestione aziendale in essere avrebbero dovuto indurre i vertici regionali ad una maggiore prudenza, ricercando un confronto aziendale, con l’obiettivo di creare le basi per garantire una rinnovata e produttiva forestazione adeguata ai tempi”.
“Contrariamente a quanto immaginabile, per motivazioni a noi oscure, si avvia l’iter per una modifica alla legge istitutiva di Calabria Verde trasformando la sua natura giuridica. Ci auguriamo che il prossimo Consiglio regionale non riservi brutte sorprese, e che, nel silenzio generale, non si attui l’infelice obiettivo, sostenendo una Legge omnibus che andrebbe ad introdurre modifiche alla legge 25/2013. Poco convincenti, certamente, a nostro avviso, sono le ragioni addotte secondo le quali i fondi Fas assegnati al settore forestazione, grazie alla Legge 197/2022, non possano facilmente impiegarsi, anche alla luce delle modifiche introdotte al DDL di bilancio 2023, art.1 c. 697. Le risorse disponibili, a quanto pare, anche grazie all’interessamento del presidente Occhiuto,
dovrebbero essere disponibili sia per il 2025 che per l’annualità 2026, o dovremmo forse – chiedono i due sindacalisti - dare ascolto a quei componenti della giunta regionale che ritengono le risorse non utilizzabili smentendo quanto fatto dal presidente? Si vuole forse destinare impropriamente queste risorse ad altri usi?”
“Inconcepibile – aggiungono Baldari e Schipano - l’idea di voler collocare sul mercato l’azienda andando a recuperare risorse finanziarie dal taglio dei boschi. L’illogicità di tale ragionamento è rappresentata dal fatto, superfluo finanche evidenziarlo, che per far fronte agli oneri del personale bisognerebbe radere al suolo l’intero patrimonio boschivo della Calabria, senza tra l’altro raggiungere l’obiettivo. Ancor meno credibile è la rassicurazione prospettata secondo la quale con l’ente economico si potranno avviare nuove assunzioni, anche perché ben sappiamo che il risanamento dell’Ente lo consente già al momento. Basta, del resto, consultare la dotazione organica approvata nell’anno 2023 per poter accertare gli spazi assunzionali disponibili sia per il comparto privato che per quello pubblico”.
“Alla luce di quanto fin qui espresso e di più approfondite osservazioni già esplicitate nel corso della riunione del 4 novembre in Cittadella, si sottolinea l’inevitabile contrarietà della FP Cgil,che rappresenta e tutela questi lavoratori. Si ribadisce il dissenso alla modifica della natura giuridica dell’Ente, perché dannosa non soltanto per i dipendenti dell’azienda, comparto forestazione e funzioni locali, in quanto gli stessi sarebbero trasferiti in un contesto aziendale passibile di ulteriore trasformazione che non potrebbe garantire gli stessi diritti contrattuali e li esporrebbe al rischio di perdita del posto di lavoro in caso di fallimento aziendale, esponendo, altresì, l’Ente ad un dispendio di risorse economiche a fronte delle certe azioni giudiziarie che saranno promosse dai lavoratori affiancati dalla FP CGIL Calabria.
Inoltre – sottolineano - la trasformazione sarebbe pericolosa nell’ottica dei servizi erogati alla collettività, in quanto certamente collocherebbe in secondo piano la valorizzazione e la salvaguardia dei boschi e dell’ambiente, ed esporrebbe ai rischi connessi al dissesto idrogeologico e a tanto altro, dovendo prioritariamente assicurare l’equilibrio di bilancio”.
“L’Ente Pubblico non economico, atteso il servizio pubblico alla collettività che questi lavoratori erogano, rappresenta una garanzia anche in termini di trasparenza, garantendo delle procedure amministrative attuate in osservanza delle norme che, in un territorio come la Calabria ed in un settore quale quello della forestazione, dovrebbero essere ben attenzionate dal governo regionale. La Fp Cgil Calabria nel ribadire la forte contrarietà alla trasformazione di una pubblica amministrazione in un ente economico, a stretto giro, convocherà – concludono - un’assemblea dei lavoratori del comparto delle funzioni locali, proponendo lo stato di agitazione”.
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