«Evitare il referendum» sulla legge Calderoli che istituisce l’autonomia differenziata diventa ora una priorità del centrodestra. O, almeno, è quanto auspica il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che in questi giorni non sta lesinando commenti, delineando possibili prospettive, anche nella veste di vicesegretario di Forza Italia, dopo la pronuncia della Corte Costituzionale sulla legge 86 del 2024. Si è in attesa del deposito della sentenza ma la Consulta, nel comunicato diffuso il 14 novembre, ha indicato le criticità rilevate nella legge varata - per dirla con Occhiuto intervistato ieri dal Corsera «di fretta e in una notte» - nel giugno scorso dal centrodestra.
Il governatore ha ribadito al quotidiano di via Solferino di aver già messo in guardia la coalizione di governo nei mesi passati, invitando gli alleati a muoversi con cautela ponderando ogni scelta ed evitando di procedere sul fronte dell’autonomia differenziata senza aver prima definito i Livelli essenziali delle prestazioni, quei Lep che avrebbero consentito di superare il criterio della spesa storica. Le cose sono però andate diversamente e nei mesi passati, mentre la raccolta firme avviata da forze di opposizione e comitati per chiedere l’abrogazione riscontrava un boom di adesioni nel Mezzogiorno, ancora Occhiuto ha provato a mettere in guardia gli alleati dal rischio «bagno di sangue» che al Sud il governo avrebbe rischiato nell’eventuale voto referendario per l’abrogazione della legge Calderoli.
Ecco, quindi, che per il governatore calabrese la sentenza della Consulta può ora diventare «un’opportunità per il centrodestra», che modificando la legge potrebbe (il condizionale è d’obbligo) evitare che si arrivi al referendum, a patto che si realizzi una costruzione normativa che possa «servire a tutti i cittadini italiani, del Nord e del Sud».
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