Adesso che la riforma dovrà essere “riscritta”, la Calabria può avere la possibilità di incidere per ottenere in Parlamento condizioni meno penalizzanti di quelle sancite nel testo (parzialmente) bocciato dalla Consulta. I giudici segnalano che le norme così congegnate rischiano di aumentare i divari tra le Regioni. Il secondo rilievo è che nella trattativa tra gli enti e il Governo si rischia di svuotare il Parlamento delle sue funzioni legislative. Per questo mette la Corte costituzionale nel mirino l’idea di demandare in blocco le competenze. A favore di trasferimenti tecnicamente motivati. In un contesto del genere, il governatore calabrese Roberto Occhiuto ha una la grande occasione di poter portare i bisogni e le esigenze di questa regione al tavolo della discussione generale sul provvedimento. «Ci sarà spazio per accogliere i rilievi - va ripetendo in queste ore Occhiuto, peraltro vicesegretario nazionale di Forza Italia - e svolgere il giusto approfondimento di tutte le questioni. Come poteva essere fatto mesi fa senza arrivare a questo punto», sottolineando che FI e il ministro Antonio Tajani «hanno avuto sempre una posizione equilibrata. Io chiesi di non avere fretta sul trasferimento delle funzioni non Lep che potevano generare sperequazioni e lui capì queste preoccupazioni». E se un’occasione è stata sprecata, perché a dirla con Nicola Fiorita, sindaco di area centrosinistra a Catanzaro, «la Calabria poteva essere alla guida della battaglia per fermare l’Autonomia differenziata e non lo ha fatto, scegliendo di annacquare tutto con il ricorso a fantomatici “osservatori”, linea purtroppo sposata anche da Anci Calabria», non tutto è ancora perso. «Io penso che le preoccupazioni del presidente Occhiuto sugli effetti nefasti dell’Autonomia - conclude Fiorita - siano sincere e oggi, dopo l'illuminante pronunciamento della Consulta, mi sento di chiedergli un forte impegno politico, anche nel suo ruolo di leader nazionale di Forza Italia, perché la legge sull’Autonomia venga riscritta nel rispetto dell’unità nazionale e degli interessi del Meridione, salvaguardando i diritti fondamentali dei cittadini calabresi».