«“Si tratta di guardare il “tutto” da un nuovo punto di osservazione: dai paesi in spopolamento per arrivare a comprendere le città intasate; dalle montagne abbandonate per arrivare alle pianure sottostanti e alle aree costiere con il loro sovraccarico di seconde case, ormai spesso in abbandono; dai boschi e dalle terre alte per giungere ai fondovalle delle dismissioni industriali inquinate; dai reperti artistici e archeologici “minori” per contestualizzare i grandi capolavori; dai treni pendolari con il loro carico di inefficienza e di disagio per arrivare all’ alta velocità; dalle periferie urbane del disagio e della marginalizzazione per ripensare i centri storici”. Parole più adeguate non potevano trovarle Carmine Donzelli e Domenico Cersosimo nel loro “Manifesto per Riabitare l’Italia” per ridisegnare una traiettoria interpretativa nuova ed adeguata per il “non centro” italiano. Una visione carica di suggestioni, un immaginario collettivo intenso, uno sguardo alto e quasi inafferrabile che, tuttavia, entra “dentro” la narrazione più aggiornata sulla condizione di quella parte di Paese, le Aree Interne e la Montagna, mai come oggi al centro dell’attenzione generale». Lo ha affermato, in una nota, Pasquale Mancuso, della segreteria regionale PD Calabria – Aree Interne.
«Forse è stata la pandemia a “declinare” una nuova ansia ed aspettativa della qualità della vita, una domanda - ha proseguito Mancuso - ed una richiesta nuova; quella di essere lontani dal caos cittadino, con ritmi e tempi più lenti, meno snervanti, più “umani”, più in sintonia con la quotidianità “pulita” dei piccoli paesi, delle piccole comunità, dove l’aria è pulita, il cibo è buono, il “vissuto” è quello del “vicinato”, della “ruga” diremmo in Calabria, laddove ogni azione è “parametrata” a qualcosa di reale, di vero, che si tocca con mano e le stagioni sono ancora cadenzate dagli appuntamenti consueti che pur sovrapponendosi, a causa del clima pazzo, ne esprimono ancora la ricchezza ed il valore nel mentre anche il lavoro, quello da “remoto”, lo “smart working”, ovvero la tecnologia avanzata, quasi un paradosso, è stato “funzionale” a questo nuovo “racconto” al quale si sono aggiunti, non per caso, la riscoperta del turismo “esperienziale”, quello silente dei “cammini”, quello coinvolgente della “transumanza”».
«Ed è stata una felice tracimazione - secondo Mancuso - la sottolineatura di “testimonial” unici che, nel nostro Paese, hanno incoraggiato, stimolato e spinto in avanti questa consapevolezza ormai generalizzata e diffusa, dal cinema alla saggistica, dalla Chiesa al vertice della Repubblica, dalle Scuole alle Università, alle associazioni, al volontariato e fino alle Fondazioni, tante, che nel Paese si spendono su questo nuovo ed importante terreno di impegno e di testimonianza».
«Questa feconda sensibilità - sempre secondo Mancuso - doveva e poteva tradursi in progetto politico, in una traduzione non estemporanea, non di circostanza e non di un momento ma legata ad una prospettiva di breve e lungo periodo per “significare” una scelta strategica, realmente vissuta come tale ed in grado di “inaugurare”, ovunque, nel Paese, ed anche in Calabria ovviamente, un nuovo e positivo fronte di impegno politico ed istituzionale».
«A Mormanno, nel cuore del Pollino, tutto il PD, Elly Schlein in testa che volle fortissimamente questa scommessa avvincente e coraggiosa, si ritroverà - ha concluso Mancuso - per riconfermare questo impegno, per allargare solidarietà e convergenze, costituire una nuova alleanza di “merito” per la Montagna e le Aree Interne della Calabria e del Paese nel segno di quella “riconnessione” autentica e vera senza la quale non c’è alternativa. Il sentiero è questo ed i nostri scarponi hanno i lacci stretti».
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