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Enti locali sciolti per infiltrazioni in Calabria, il governo vuole rivedere le norme

Le ultime decisioni assunte dal Consiglio dei ministri - lo stop alla gestione ordinaria dell’Asp di Vibo Valentia e la proroga del commissariamento del Comune di Rende - riportano sotto i riflettori una questione (ancora) irrisolta: è quella che riguarda la revisione della disciplina sullo scioglimento degli Enti. Evocata da più parti negli ultimi anni, la riforma attesa da amministratori e classi dirigenti non si è mai concretizzata. Adesso potrebbe essere la volta buona anche perché il governo intende accelerare sulla riforma del Tuoel sulla quale a Roma - il dossier è in mano alla sottosegretaria calabrese Wanda Ferro - si lavora da tempo. Le parole pronunciate qualche giorno fa a Catanzaro dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sulla necessità di una revisione della disciplina sullo scioglimento, vanno proprio in questa direzione: «C’è la necessità di introdurre meccanismi di monitoraggio e sostegno dello Stato non penalizzanti per gli enti locali». Una revisione, sempre restando alle affermazioni di Piantedosi, finalizzata a «valorizzarne la sua natura di misura di extrema ratio e ad affinare le misure di supporto e collaborazione, più leggere e flessibili, a sostegno di quegli enti locali per i quali, non ravvisandosi i presupposti per uno scioglimento, risulta dirimente, nell'ottica del recupero, un affiancamento al fine di superare le anomalie e le criticità riscontrate».

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