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La sanità in Calabria prioritaria per Occhiuto, le richieste di aiuto al governo: i retroscena dell'incontro con la premier

Oltre un’ora di confronto, nel chiuso di Palazzo Chigi, per disegnare il futuro prossimo della Calabria e riannodare i fili di un rapporto sfilacciato negli ultimi tempi. Qualche giorno fa Roberto Occhiuto ha varcato il portone del Palazzo che affaccia su Palazzo Colonna con la consapevolezza di essere protagonista di una doppia sfida. Da un lato quella di provare a conseguire qualche risultato importante sui (tanti) fronti aperti nella Regione di cui è alla guida, magari con il supporto dell’esecutivo nazionale, dall’altro quello di inviare all’interno del suo partito (Forza Italia), ovvero offrire all’esterno, una prova tangibile della sintonia che lega il presidente calabrese e vicesegretario azzurro alla premier Giorgia Meloni, nonostante le voci di crepe nel rapporto legate a visioni differenti su alcune riforme come quella dell’autonomia differenziata.
Certo, non è dato sapere se l’incontro sia nato su esplicito invito della presidente del Consiglio oppure se sia stato il governatore a chiedere udienza alla leader del centrodestra. Ma è un dettaglio di poco conto davanti alle importanti e numerose questioni sul tappeto. A partire dalla sanità. Non ci sono conferme ufficiali, anche perché ai rispettivi staff che curano i rapporti con i media è stato dato mandato di non fornire particolari indicazioni a riguardo, ma certamente l’argomento ha fatto capolino nel confronto tra i due. Del resto Occhiuto è consapevole che su questo terreno si gioca la sfida-madre del proprio mandato alla Cittadella e per tale motivo ha rinnovato la richiesta di avere un governo disponibile a supportare - soprattutto dal punto di vista normativo - un’azione complessa sotto più punti di vista. Nel corso del colloquio si sarebbe fatto cenno alla possibilità di un’uscita della Calabria dal commissariamento del settore che dura ormai da 14 anni. Una eventualità auspicata a più riprese, ed anche in pubblico, da Occhiuto e che non troverebbe particolari ostacoli a Roma. Tuttavia, la strada da percorrere non è semplice. Se è vero che dal punto di vista contabile si è registrato qualche passo in avanti - prova ne è l’approvazione del bilancio consolidato 2022, in attesa del parere di un terzo certificatore, e il lavoro finale sui consuntivi 2023 di Asp e Ao -, molto ancora resta da fare in termini di assistenza e offerta sanitaria e, dunque, nell’offerta di Lea sopra la sufficienza. Le principali strutture pubbliche sono in affanno, schiacciate dal peso della carenza di personale e di sacche di inefficienza difficili da eliminare.

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