Riceviamo e pubblichiamo dall'ex parlamentare M5S Calabria nonchè medico volontario, Carmelo Massimo Misiti, una lettera aperta indirizzata al generale Roberto Vannacci: Adopero il mezzo della lettera aperta per avere contezza, vista la sua franchezza, di ciò che pensa del Sud del nostro Paese, o, per come definito da alcuni membri della forza politica che Lei rappresenta, la “Terronia”, in senso, ovviamente, dispregiativo. Sul suo curriculum e sulle sue capacità militari nessuno, penso, possa esprimere dei giudizi, ma, visto il suo ruolo pubblico e politico, la domanda che mi pongo, da ex parlamentare rappresentante di un territorio meridionale e da medico volontario che da più anni si è messo a disposizione delle popolazioni africane curando, andando in missione, e contribuendo alla possibilità che essi possano poter godere di questi servizi sanitari nel loro continente con la costruzione di due ospedali e la conseguente erogazione di più servizi, quale sarebbe la sua posizione e quella, a questo punto, della forza politica che rappresenta? Inoltre, Lei parla di “dittature delle minoranze”: pensa che gli abitanti del Sud appartengano una minoranza dittatoriale? Rappresentare una nazione, essere stato eletto come rappresentante di un popolo intero, per quanto diviso da logiche e norme elettorali territoriali, e, speriamo, mai da leggi imposte, come quella sull’autonomia differenziata, pone per chi vive al Sud degli interrogativi: - dove inizia il suo Sud e quanto il meridione d’Italia è rappresentato da evidenze fisiognomiche non confacenti le sue aspettative? - Cosa eventualmente prevede per il Sud, a parte il famoso ponte e il grande dispendio economico che l’opera comporta, e di cui trarrà vantaggio l’economia del Nord? - Lei, che ha nel suo curriculum ha anche un riconoscimento universitario sulle strategie, per quanto militari e quindi più importanti, non pensa che strategicamente strade, autostrade e ferrovie dovrebbero essere considerate opere primarie rispetto al famoso ponte? - Cosa pensa del lavoro e della necessità degli italiani di avere emolumenti pari a quelli delle altre regioni italiane e/o europee? - i giovani: quali sono le sue idee? Fino a quando dovrebbero vivere a casa con i propri cari? A che età dovrebbero raggiungere la loro autonomia economica e sociale? E, ancora, fino a che punto possono aspirare a vivere in Italia? O pensa che sia meglio che vadano a lavorare e vivere all’estero? - Altro interrogativo, ed ultimo, per non tediarLa: gli anziani, che per anni lavorato e versato dei contributi per avere la giusta pensione, si vedono ulteriormente tassata la loro pensione con decurtazioni che creano oltre che disagi economici anche famigliari. Le sembra corretto? Sono certo che da uomo d’onore non eluderà gli interrogativi posti.