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Autonomia e Anci Calabria, i sindaci "si spaccano": in cinque non parteciperanno ai lavori

"Noi andiamo per la nostra strada e proseguirei nella nostra battaglia. Non è tempo di mediazioni al ribasso, di tattiche dilatorie" affermano

"Poiché è passata infruttuosamente la settimana che doveva servire a trovare una sintesi per un documento unitario dell'Anci sull'autonomia differenziata, riteniamo inutile una nostra partecipazione al Consiglio convocato dalla presidente Succurro. Che peraltro, contravvenendo a un impegno che aveva assunto a Lorica, non ha inteso consultare i sindaci promotori dell'appello "UnasolaItalia". Così i sindaci di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia, Fiorita, Caruso, Voce, Falcomatà e Romeo

"È evidente - continuano - che l'Anci calabrese non ha nessuna intenzione di chiedere il referendum abrogativo della legge Calderoli. La proposta della Presidente Succurro di istituire un osservatorio sull'autonomia differenziata è praticamente una fotocopia della proposta di Forza Italia. Un modo elegante di non prendere posizione e consentire comunque l'attuazione della riforma. Mai nella sua storia l'Anci Calabrese si era piegata così al potere Regionale e nazionale. Ci addolora constatare che l'Anci Calabrese non tiene conto della posizione di 130 sindaci, tra cui tutti quelli dei Capoluoghi e delle principali città, rappresentativi di un milione di cittadini calabresi. Noi andiamo per la nostra strada e proseguirei nella nostra battaglia. Non è tempo di mediazioni al ribasso, di tattiche dilatorie. Fortunatamente ci hanno pensato le Regioni Sardegna, Campania, Puglia, Emilia Romagna e Toscana a chieder il referendum e se questo non bastasse raccoglieremo mezzo milione di firme. Anci Calabria resti alla finestra e giri pure le spalle al popolo Calabrese".

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