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Calabria, Graziano: la Legge sulle attività di lobbying trova ora una sua reale e concreta applicazione

A distanza di ben otto anni dalla sua approvazione, la Legge sulle attività di lobbying in Calabria (L.R. 4/2016) trova una sua reale e concreta applicazione. Nei giorni scorsi, infatti, l’Esecutivo regionale, su volere del presidente Roberto Occhiuto, ha deliberato l’istituzione del Registro dei rappresentanti di interessi particolari (Sezione Giunta ed Enti strumentali). Questo atto, di fatto, rappresenta un passo significativo verso una maggiore trasparenza e regolamentazione delle attività di rappresentanza degli interessi che gravitano attorno all’apparato della pubblica amministrazione.

È quanto fa sapere il Consigliere Regionale e Presidente di Azione Calabria, Giuseppe Graziano che nel 2016, all’epoca della sua prima Legislatura, fu l’estensore ed il promotore della Legge sulla Trasparenza dell'attività politica e amministrativa della Regione Calabria e dei suoi enti strumentali sull'attività di rappresentanza di interessi particolari. «Una Legge – dice il Consigliere regionale - unica nel suo genere, senza precedenti in Italia, volta a garantire la massima trasparenza all’azione amministrativa dell’Ente regionale nei confronti dei cittadini, che per otto anni però è rimasta solo su carta, inapplicata».

«Gli interessi particolari che emergono nelle società complesse e che richiedono cura e tutela anche ai pubblici poteri – sottolinea il massimo dirigente di Azione Calabria - assumono connotati sempre diversi; una società che voglia essere veramente matura, però, non può astenersi dal regolare in modo democratico e trasparente tale attività di lobbying. Solo in tal modo si può evitare che dietro tale fenomeno, di per sé lecito, si annidi qualcosa di grigio, impalpabile e, dunque, pericoloso per la legalità e la società».

Uno degli aspetti distintivi di questa normativa, come precisato da Giuseppe Graziano, risiede nella sua estensione a tutte le componenti dell'assetto istituzionale regionale. «La particolarità di questa proposta – dice - consiste nel fatto di calare la disciplina nell’attuale assetto istituzionale regionale. Difatti, non si concentra solo sul Consiglio Regionale e sulle sue articolazioni interne, ma si estende alla Giunta e ai dipartimenti regionali; non solo, la stessa si estende a tutti gli enti sub-regionali; basti pensare agli interessi che gravitano attorno a settori quali la sanità, l’ambiente, il lavoro, le imprese: proprio negli enti strumentali della Regione che si occupano di tali ambiti vengono prese decisioni spesso molto delicate che si ripercuotono sui cittadini calabresi, ragion per cui - conclude Giuseppe Graziano - è doveroso che anche in tali sedi si concentri la massima trasparenza nelle decisioni pubbliche».

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