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Salta il documento dei sindaci della Calabria sull’Autonomia differenziata

All’assemblea dell’Anci a Lorica s’è preferito rinviare alla prossima settimana. I primi cittadini dei 5 capoluoghi di provincia chiedono al governatore di “sostenere” il referendum abrogativo o il ricorso alla Consulta

Autonomia differenziata e fusione dei comuni. Su questi due importanti “fronti” politici si è sviluppata la seconda giornata a Lorica, in Sila, dedicata all’assemblea annuale Anci Calabria. Sono stati pochi anche nella mattina di ieri i sindaci saliti al fresco montano, nonostante in programma ci fossero diversi panel e molti interventi, prima del Consiglio conclusivo. Alla fine si è deciso di rinviare l'annunciato documento unitario al prossimo venerdì 19 luglio quando il Consiglio dell’Anci Calabria, si riunirà nella sede regionale di Lamezia Terme, al fine di formulare una sola proposta sull’autonomia differenziata. Il Consiglio ha conferito mandato alla presidente dell’Anci Calabria, Rosaria Succurro, di interloquire con ogni componente in modo da trovare una posizione il più possibile unitaria riguardo alla legge sull’autonomia differenziata.
Nel complesso, alla prima Assemblea regionale dell’Anci Calabria hanno partecipato 296 sindaci e si sono tenute nove tavole rotonde con osservazioni, testimonianze di buone pratiche amministrative e proposte su diversi argomenti: transizione digitale e prevenzione dei crimini informatici; efficientamento energetico; politiche sociali; ambiente e risorse idriche; autonomia differenziata; unione, fusione e scioglimento dei Comuni; valorizzazione e potenziamento delle risorse umane negli enti locali; sport come strumento di tutela della salute; agricoltura, commercio, turismo e peculiarità dei borghi. I sindaci dei capoluoghi di provincia Nicola Fiorita (Catanzaro), Franz Caruso (Cosenza), Giuseppe Falcomatà (Reggio Calabria), Vincenzo Voce (Crotone), Enzo Romeo (Vibo Valentia) hanno preferito anticipare il confronto serrato con un’articolata nota stampa in cui si propone all’associazione dei sindaci calabresi di chiedere al presidente della giunta e del consiglio regionale o il referendum abrogativo seguendo l'esempio di Campania, Toscana, Emilia Romagna, Puglia e Sardegna o impugnare davanti alla Consulta la "Calderoli", non nella sua interezza, ma su specifici punti.

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