I capigruppo di minoranza Mimmo Bevacqua (Pd), Davide Tavernise (M5s) e Antonio Lo Schiavo (Misto) insieme agli altri consiglieri del gruppo Pd (Alecci, Bruni, Iacucci, Mammoliti e Muraca) hanno depositato la proposta di delibera consiliare – “Proposta di referendum abrogativo ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione e degli articoli 29 e 30 della legge 25 maggio 1970, n. 352, della Legge 26 giugno 2024, n. 86, recante “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”.
I consiglieri regionali, che hanno sottoscritto la proposta, chiederanno al presidente della I Commissione permanente “Affari istituzionali” Luciana De Francesco, di calendarizzare la discussione sul testo con la massima urgenza.
Maggiori dettagli saranno forniti in occasione dell’iniziativa pubblica organizzata dal Pd per giorno 11 luglio, alla quale prenderanno parte anche gli altri capigruppo di minoranza, oltre al segretario regionale Nicola Irto e al responsabile nazionale per le riforme in seno alla segreteria nazionale dem Alessandro Alfieri.
Movimenti simili anche in Sicilia, dove il gruppo parlamentare M5s all’Ars ha presentato una mozione per impegnare il governo Schifani a farsi promotore della proposta di referendum abrogativo della legge sull'autonomia differenziata. «L'applicazione della legge Calderoli - dice il capogruppo Antonio De Luca - che sarebbe più corretto chiamare spacca-Italia, costituirebbe la pietra tombale sulle possibilità di sviluppo della Sicilia e in generale delle regioni meridionali che già scontano un notevole gap rispetto a quelle del Nord, soprattutto in alcuni settori, come quello della sanità, già in profonda crisi da noi. La Costituzione per fortuna ci offre la possibilità di fare marcia indietro col referendum abrogativo se, come previsto dall’articolo 75, sono cinque consigli regionali a richiederlo. La Sicilia deve essere uno di questi. L’Ars non può rendersi complice di una norma chiaramente iniqua che mette in ginocchio alcune regioni solo per fare un favore alla Lega». La mozione M5S mette l’accento sui Lep, i livelli essenziali di prestazione, la cui individuazione è delegata a successivi provvedimenti normativi. «L'introduzione di forme differenziate di autonomia in difetto di procedure condivise e di effettivi strumenti di salvaguardia dei principi di solidarietà uguaglianza e coesione nazionale - si legge nella mozione - comporta un vulnus per tutti i cittadini, andando ad incidere direttamente sulle modalità con cui, in concreto, i cittadini medesimi esercitano e godono dei propri diritti fondamentali».
Autonomia: Schlein deposita i quesiti referendari
«Con la riforma dell’autonomia «chi nasce in Calabria avrà meno opportunità di chi nasce in Lombardia e questo per noi è inaccettabile. Questa riforma porta avanti l’idea di avere venti politiche energetiche diverse, quando avremmo bisogno di una unica politica energetica a livello europeo. Qui abbiamo una larga rappresentanza di associazioni, forze politiche e sindacati. Una giornata per noi molto importante, ci stiamo muovendo anche a livello di regioni». Lo dice la segretaria Pd, Elly Schlein, alla Corte di Cassazione per la consegna dei quesiti referendari sull'autonomia differenziata.
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