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Beffa agli enti locali con il Pnrr? La spending review crea tensioni in Calabria

Un decreto del governo nazionale impone un prelievo 250 milioni all’anno

Veduta esterna del palazzo del Ministero dell'Economia

Presidenti di Provincia e sindaci calabresi, al pari dei loro colleghi degli altri territori, sono sul piede di guerra. Già, perché gli enti che hanno ricevuto maggiori fondi del Pnrr rischiano di essere i più colpiti dalla spending review del governo. La bozza di decreto sul tavolo del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha fatto saltare dalla sedia l’Anci e l’Upi. Le due organizzazioni parlano di tagli «irragionevoli» e «assurdi». E anche se dal governo si provano a smorzare le polemiche, con il ministro Raffaele Fitto pronto ad assicurare come «il governo valuterà le considerazione e le esigenze del sistema degli enti locali e darà delle risposte, in ogni caso non ci sarà nessun taglio alla spesa sociale», la tensione resta molto alta.
La “tagliola” del decreto interministeriale non riguarderà soltanto gli enti in dissesto, quelli in procedura di riequilibrio e quelli che hanno firmato un accordo per il ripiano del disavanzo e il rilancio degli investimenti come Reggio Calabria. Tutte le altre realtà, invece, saranno interessate.
La misura finita nell’occhio del ciclone è contenuta all’interno dell’ultima manovra finanziaria. Nella legge di Bilancio è inserito un contributo alla finanza pubblica da parte degli enti locali di 250 milioni di euro l’anno dal 2024 al 2028 (1,25 miliardi complessivi): 200 milioni a carico dei Comuni e 50 per le Province. In totale dovrebbero essere coinvolti 6.838 Comuni, 78 Province, 13 Città metropolitane.

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