Stop a ritardi da parte dei Comuni nell’attuazione dei progetti Pnrr. Per gli enti inadempienti scatterà le restituzione delle risorse ricevute, fino ad arrivare a pagare di tasca propria. L’ultimo aggiornamento ufficiale (risale allo scorso 1° febbraio), per quanto riguarda la Calabria, segna l’arrivo di risorse pari a 11 miliardi per un totale di 12.142 progetti avviati. Il “guaio”, però, è che di quest’ultimi ne risultano completati soltanto 777, pari ad appena il 6,4 per cento. Una situazione a dir poco preoccupante se si considera che per alcune “missioni” - così vengono definite le macro aree del Piano - si è ancora inchiodati alla casella zero. È il caso di Infrastrutture e Istruzione-Ricerca. Restano al palo anche Digitalizzazione, Salute e Coesione. In ogni caso, per voltare pagina, Palazzo Chigi, e in particolare il Ministero guidato da Raffaele Fitto, invierà in tre Ministeri (Università, Interno e Lavoro) i commissari per velocizzare alcuni investimenti: la creazione di 60 mila nuovi posti nelle residenze universitarie, il recupero dei beni confiscati alla mafia e il superamento degli insediamenti abusivi nei campi agricoli. Sempre il governo potrà avocare a sé competenze se accerterà «disallineamenti o incoerenze» rispetto ai cronoprogrammi degli interventi che i soggetti attuatori sono chiamati ad aggiornare sulla piattaforma di rendicontazione ReGis. Decorso il termine 21 giorni entro i quali fornire chiarimenti, infatti, o se il cronoprogramma risulta ancora incoerente con l’accertamento, scattano i poteri sostitutivi. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria