Sarà ancora una volta - un classico, quando si parla di fondi Ue a queste latitudini - una corsa contro il tempo quella che vede protagonista la Regione Calabria. Sul tavolo non c’è solo la spesa delle risorse 2014-2020 da completare entro il prossimo 31 dicembre, sulle quali, va detto, da Bruxelles, trapela ottimismo grazie al dirottamento dei soldi su Safe, il piano per aiutare le famiglie vulnerabili a pagare le bollette energetiche; l’attenzione è anche rivolta all’Accordo di coesione che ogni Regione dovrà siglare con la presidenza del Consiglio dei ministri per ottenere dal governo la propria quota del Fondo di coesione (Fsc). Ai piani alti della Cittadella calabrese assicurano di essere pronti alla stipula e di aver proceduto al caricamento di tutte le schede tecniche. Ad oggi, però, l’unica Regione ad aver definito l’intesa con il ministro Raffaele Fitto è la Liguria. Il timore che arriva da ambienti comunitari è che il Dipartimento per la coesione istituito a Palazzo Chigi non abbia forza a sufficienza per esaminare i piani di tutte le Regioni entro i tempi previsti. La Calabria spera di riuscire a chiudere tutta la partita prima della pausa natalizia e portare a casa gli oltre 2,2 miliardi di quota Fsc che le spettano. L’accordo è necessario a sbloccare l’erogazione alla Regione delle risorse del Fondo sviluppo e coesione (Fsc) che servono a cofinanziare i progetti dei fondi europei (Fesr e Fse+). Senza la quota Fsc, le diverse amministrazioni regionali temporeggiano nel pubblicare i bandi della programmazione 2021-2027 (evidenti le difficoltà a recuperare risorse per una parte del cofinanziamento) che rischia di restare ferma ancora per diversi mesi. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria