Salvare i progetti già avviati attraverso la strategia dei “vasi comunicanti” ovvero spostando su altre fonti di finanziamento i progetti non realizzabili entro il 2026. È l’obiettivo comune di governo e Regione per non disperdere il lavoro espletato finora sui progetti del Pnrr. La rimodulazione del Piano di ripresa decisa a Roma riguarderà da vicino la Calabria soprattutto su due fronti: la Zona economica speciale e il nuovo assetto della sanità territoriale.
Case e ospedali di comunità
La proposta di modifica messa a punto dal ministro Raffaele Fitto riguarda prevalentemente i nuovi edifici, per i quali la realizzazione entro giugno 2026 è a rischio. Gli investimenti espunti verranno comunque realizzati, con le modalità già programmate, assicurando la copertura finanziaria mediante il ricorso alle risorse nazionali del programma di investimenti in edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico ex articolo 20 della legge n. 67/1988 o mediante la riprogrammazione delle risorse della politica di coesione (Fsc). Una misura pensata proprio per fronteggiare eventuali ritardi. Con riferimento alle Case della comunità, il piano evidenzia come «tra il 2021 e il 2023 l’incremento dei costi di costruzione per un intervento tipologico, risultante da un computo metrico estimativo per ognuna delle quattro macrocategorie di lavori rilevanti (strutture, opere edili, impianti idrici e meccanici, impianti elettrici e speciali), oscilla tra il 24% e il 66% a seconda delle Regioni considerate». La Giunta calabrese, proprio in fase di redazione del “primo” Pnrr, ha “aggiunto” 19 milioni di fondi Fsc per realizzare più Case di comunità. La rimodulazione e l’utilizzo di altri fondi oltre a quelli del Pnrr dovrebbe consentire, in caso di slittamento dei tempi rispetto alla scadenza del 2026, di concludere i lavori anche dopo la deadline fissata dall’Unione europea. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria