Alta tensione sul governo della sanità calabrese. Nel mirino del presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, c’è l’operato del Tavolo interministeriale - che non sarà più guidato dalla dirigente Angela Adduce bensì da Barbara Filippi - deputato a verificare la corretta applicazione del Piano di rientro. Ne fa una questione di metodo, Occhiuto, che ha inviato una lettera dai contenuti forti ai ministri di Economia, Salute e Affari regionali oltre che al sottosegretario di Palazzo Chigi, Alfredo Mantovano. L’obiettivo è ottenere «un’applicazione più attenta del principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni, che impedisca il ripetersi di situazioni nelle quali un organismo tecnico quale il Tavolo in questione ingiunga in modo perentorio alla figura commissariale, emanazione dell’autorità governativa centrale, di intervenire sugli organi politici regionali per la rimozione di provvedimenti legislativi, senza neanche preoccuparsi di specificare le motivazioni sulla base delle quali vengono mosse tali pretese».
A provocare la reazione di Occhiuto e della struttura commissariale calabrese - che non hanno volutamente trasmesso, in segno di “protesta” dopo le ultime incomprensioni, la nuova rete ospedaliera e territoriale da poco varata - è stato l’ultimo documento trasmesso da Roma da parte del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti istituito presso il Mef contenente i “richiami” su diverse criticità ancora irrisolte: avvio di Azienda Zero, potenziamento della rete dell’emergenza-urgenza, implementazione di assunzioni e screening oncologici.
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