Calabria

Venerdì 29 Novembre 2024

Autonomia differenziata, i divari preoccupano anche Bankitalia. Calabria tra le regioni più deboli sotto il profilo dei servizi

«Valutare attentamente tutte le implicazioni dell’attuazione dell’autonomia differenziata, procedendo con la necessaria gradualità. Diversamente, vi sarebbe il rischio di innescare processi difficilmente reversibili e dagli esiti incerti». La Banca d’Italia mette in guardia sulla definizione della proposta di legge attualmente in discussione in Parlamento. Nella memoria presentata qualche giorno fa nella Commissione Affari costituzionali del Senato, l’istituto di Palazzo Koch lascia emergere considerazioni, e preoccupazioni, rispetto al progetto portato avanti dal ministro Roberto Calderoli, che tante polemiche politiche ha scatenato negli ultimi mesi. Il disegno di legge continua a far discutere anche al di fuori delle aule parlamentari: da un lato lo scetticismo della gran parte delle Regioni del Mezzogiorno, diffidenti verso un progetto che temono sia ulteriormente penalizzante per le loro sorti, dall’altro la voglia di quelle del Nord di prendere in mano le redini di diverse competenze per fare tutto in proprio. Nel mezzo equilibri da rispettare, per evitare che si arrivi a costruire una norma che alla prova dei fatti possa spaccare ancora di più un Paese già tutt’altro che omogeneo dal punto di vista del benessere e dei servizi in generale. Da qui l’invito alla prudenza da parte dell’istituto guidato dal governatore Ignazio Visco, che mette in fila le origini dell’autonomia differenziata e la cornice di regole costituzionali da rispettare. Non entra nel dettaglio dei singoli scenari regionali, a questo ci ha pensato il dossier dell’Ufficio parlamentare di bilancio che, per citare qualche esempio, ha sostenuto che nel campo dell’Istruzione la Calabria dovrebbe utilizzare il 40% (la Lombardia appena il 10) dei tributi dei cittadini, lasciando il 60% per tutti gli altri servizi. Costi elevati, insomma, soprattutto per le Regioni del Sud. Da una parte, la concessione dell’autonomia differenziata potrebbe portare, secondo Bankitalia, a una maggiore «responsabilizzazione dei decisori politici», legando «scelte di policy, risultati conseguiti ed esiti elettorali»; dall’altra, però, occorre un intervento normativo «per meglio definirne i contorni». Il rischio che Bankitalia paventa è l’ampliamento dei divari territoriali nell’offerta di servizi pubblici, per evitare il quale « il ddl indica opportunamente nell’individuazione dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni) un prerequisito necessario per l’attivazione dell’autonomia differenziata». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria

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