La sanità in Calabria è sempre stata una eterna salita in mezzo agli inciampi. Per troppo tempo la politica ha distribuito incarichi, poltrone e camici dalle liste di collocamento affisse nelle bacheche dei partiti. Una lunga stagione di sperperi che ha spalancato le porte al commissariamento. E in tredici anni di gestione controllata sono state tagliate teste e posti letto, chiusi luoghi di cura, seguito percorsi di fumosi progetti di riorganizzazione sostenuti esclusivamente da un rigore inflessibile che ha costretto i calabresi all’esodo verso servizi assistenziali di altre regioni. Disuguaglianze col resto del paese che hanno avuto come risultato l’ulteriore arretramento dell’offerta in presenza di un aumento della spesa.
In questi ultimi tempi, però, il sistema-salute mostra segnali in controtendenza. Una nuova epoca che descrive una Calabria in rimonta, tornata ad assumere medici e infermieri, e, soprattutto, che sta rimettendo ordine in mezzo al disordine di bilanci che per certe aziende rappresentava una dannazione eterna. E così, dopo una decina d’anni, le Asp di Reggio e Cosenza hanno rimesso a posto la contabilità chiudendo i consuntivi del 2022, passi chiari verso la redenzione finanziaria.
Un’operazione celebrata dal governatore Roberto Occhiuto con una prosa che ha rimesso in moto la giostra della politica militante con dichiarazioni di tribuna sempre con la retorica in canna e la memoria corta. La dem Amalia Bruni, vice presidente della Commissione Sanità in Consiglio regionale, sterilizza l’enfasi del presidente: «Approfondendo il dato economico finale emerge una perdita complessiva delle aziende sanitarie ed ospedaliere per l’anno 2022 di circa 88 milioni di euro, nonostante che nel 2022 il Fondo sanitario regionale complessivo (indistinto e vincolato) sia stato pari a circa 3,9 miliardi di euro con entrate straordinarie (ed una tantum) provenienti da premialità e paybak di anni precedenti».
Al vice presidente della Commissione sanità, riponde con ironia il presidente, Pasqualina Straface, fedelissima di Occhiuto: «Mi sentirei di suggerire alla Bruni, per l’economia dei lavori della Commissione e per non distogliere l’attenzione dei tecnici regionali dal prezioso lavoro che stanno svolgendo, di trasmettere con urgenza il frutto delle sue analisi contabili al Tavolo Adduce dove il Mef, la Sanita, Agenas, e i tecnici delle Regioni hanno invece certificato che il sistema sanitario calabrese non solo nel 2022 e stato in equilibrio come nel 2021, ma addirittura ha mostrato un avanzo analogo, se non superiore la quelli del 2022».
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