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Depurazione in Calabria, sindaci di 4 capoluoghi di provincia: "Occhiuto fa scaricabarile"

I sindaci Nicola Fiorita (Catanzaro), Franz Caruso (Cosenza), Vincenzo Voce (Crotone) e Paolo Brunetti (Reggio Calabria): grave ferita istituzionale e nessuna tutela da parte dell’Anci

“Il mare è di tutti, certo, ma quando le cose vanno meno bene è colpa dei sindaci. Si può riassumere così il video che il Presidente della Regione ha diffuso sui social, attaccando frontalmente i primi cittadini per i problemi imputabili agli scarichi abusivi e alla cattiva depurazione. Un’uscita che apre una voragine nei rapporti con i Comuni calabresi che, se è vero siano responsabili della gestione dei depuratori, sicuramente non sono nelle condizioni economiche ed operative per poter risolvere un problema così grande. L’aver trasferito delle somme ai Comuni per interventi in via d’urgenza nelle scorse settimane, tra l’altro insufficienti per far fronte a criticità ormai strutturali del settore, è una scelta comunque apprezzabile ma non può assolutamente essere utilizzata dal Presidente Occhiuto come la “scusa” per scaricare ogni responsabilità sui sindaci che, su questo come altri argomenti, sono lasciati spesso soli al loro destino". Lo hanno affermato, in una nota congiunta, i sindaci Nicola Fiorita (Catanzaro), Franz Caruso (Cosenza), Vincenzo Voce (Crotone) e Paolo Brunetti (Reggio Calabria).

"La strumentalizzazione social non può essere una pratica accettabile dal punto di vista istituzionale, - secondo i 4 sindaci - perché tradisce il rapporto di fiducia e di leale collaborazione tra le guide degli enti locali, nel rispetto di quel principio di sussidiarietà che dovrebbe sempre orientare l’azione politica e amministrativa. Peraltro, la strada intrapresa negli ultimi mesi mai avrebbe fatto presagire un attacco così irrituale, che ci rammarica e ci preoccupa. Al tempo stesso, le parole del Presidente fanno riflettere anche sull’assoluto deficit di tutela e di rappresentanza da parte dell’Anci Calabria che, senza logiche di appartenenza, dovrebbe far sentire la voce e i bisogni di tutti i sindaci. Ci auguriamo, perciò, che questa ferita nei rapporti istituzionali non diventi nel tempo ancora più grande, e che non si dia spazio a pericolosi espedienti utili, ogni volta, a fare dei sindaci i parafulmini di problemi malgovernati a livello più alto”.

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