Tre nomi (forse quattro) per la poltrona di presidente dell’Anci Calabria. Il 29 giugno torna a riunirsi l’assemblea dei sindaci calabresi e l’auspicio, formulato un po’ da tutti le parti, è che la terza volta possa essere quella buona. Già, perché dopo gli appuntamenti saltati a febbraio e marzo scorsi - tra veleni, polemiche e ricorsi nelle aule di giustizia - stavolta non sono ammessi più ritardi. Si tratta, infatti, di un appuntamento atteso (aperto ai Comuni n regola con il versamento delle quote associative) e destinato a chiudere la lunga parentesi targata Gianni Papasso/Carmelo Panetta, incaricati di traghettare l’Anci dopo la sospensione - per via di alcuni inciampi giudiziari - del presidente uscente Marcello Manna e di quello precedente Gianluca Callipo. Quanto ai nomi in lizza, il quadro è abbastanza definito. Sarà in campo la sindaca di Vibo Valentia, Maria Limardo, esponente di Forza Italia e a capo di una corrente di primi cittadini di area centrodestra. «Non solo resto in campo - spiega Limardo - ma lavorerò per allargare la base del consenso. Tanti miei colleghi mi hanno chiesto un impegno diretto per rilanciare il ruolo di Anci che, per le note vicende, ha perso consistenza». A sfidare Limardo dovrebbe esserci, tranne colpi di scena last minute, Franz Caruso, sindaco di Cosenza, con in tasca la tessera del Psi e potenziale punto di riferimento dell’area progressista. Attenzione, però, alle variabili. Come quella rappresentata da Vittorio Scerbo, battagliero primo cittadino di Marcellinara (centro alle porte di Catanzaro), che è in campo con l’obiettivo di scardinare le coalizioni tradizionali. «Scriverò a tutti i 380 Comuni associati - sostiene Scerbo - affinché si condivida quest'idea complessiva di rete che sappia agire in maniera unitaria a difesa delle medesime istanze ed esigenze che accomunano tutti gli enti dal più piccolo al più grande. Bisogna dare voce soprattutto ai centri più piccoli, che rappresentano la gran parte dei comuni calabresi, e che devono avere pari dignità e trattamento rispetto alle grandi città». L’altra sorpresa potrebbe essere rappresentata da Orlandino Greco, tornato alla guida della “sua” Castrolibero. Ufficialmente una candidatura di quest’ultimo non è sul tavolo, potrebbe prendere forma se non si trovasse un’ampia convergenza su uno dei nomi finora emersi. Greco, al netto di alcune vicende giudiziarie che lo riguardano e ancora non concluse, potrebbe fare leva sulla rete trasversale costruita attorno al movimento Italia del Meridione e su alcuni temi particolarmente “caldi”. Un esempio? Le nuove regole sulla fusione dei Comuni varate dal Consiglio regionale e sulle quali l’Anci ha mostrato di avere peso contrattuale. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria