È ancora ferma al palo la tanto sbandierata riforma dei Consorzi di bonifica. Doveva essere uno dei primi tasselli del programma di governo dell’attuale legislatura per rimodellare e ridare vitalità all’agricoltura, oltre che all’assetto e bonifica del territorio, ma ancora tutto langue. Sarebbero tre le ipotesi di riforma finora messe a punto: una redatta dal dipartimento Agricoltura, l’altra dall’ufficio legislativo della Giunta regionale e l’ultima dalla consigliera regionale di Forza Italia, Katya Gentile, presidente della commissione Agricoltura a Palazzo Campanella. L’unico dato che sembra certo e su cui convergono le tre versioni è la soppressione e messa in liquidazione delle attuali 11 realtà territoriali e l’istituzione di un unico Consorzio articolato in distretti territoriali corrispondenti ai territori degli attuali enti. Su questa impostazione è fermamente convinto e determinato il presidente Roberto Occhiuto, nonostante la contrarietà espressa dall’Anbi e dalle organizzazioni di categoria (un tale provvedimento è stata definito «disastroso») in riunioni informali tenutesi alla Cittadella regionale. L’ultima prova si è avuta lunedì scorso quando i sindacati non hanno riposto presente alla convocazione dell’assessorato all’Agricoltura.
In ogni caso, nessun testo pare sia ancora arrivato sul tavolo della Giunta, nonostante il problema della gestione dei Consorzi sia di grande rilevanza e crei grosse difficoltà di varia natura legate a consistenti debiti contratti nel tempo, alla difficoltà di incassare i ruoli della “contribuenza” e a una poca attenta amministrazione. Tutti fattori che hanno messo in seria difficoltà molti Consorzi - basti pensare alcuni non riescono a pagare neppure gli stipendi ai dipendenti - sommersi da contenzioso, alcuni sono commissariati e non riescono ad approvare bilanci in equilibrio.
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