La politica calabrese prova a dare prova di compattezza per fornire qualche risposta ai precari inseriti nei Tirocini di inclusione sociale (Tis). Si tratta di circa 4mila persone per lo più provenienti dalla ex mobilità in deroga, che negli ultimi anni sono riuscite in qualche modo a prestare la loro attività (retribuzione mensile media pari a 700 euro) attraverso i tirocini formativi attivati nei vari enti. Un emendamento al decreto PA, in questi giorni è all’esame delle commissioni di Montecitorio per la conversione in legge, prevede che «al fine di fronteggiare adeguatamente l’emergenza migratoria che sta interessando il Paese, con particolare riferimento alla Regione Calabria, e realizzare gli occorrenti interventi e iniziative funzionali ad assicurare idonee condizioni di accoglienza, anche nell’ottica di incentivare processi volti a determinare condizioni di utile integrazione sul territorio, le amministrazioni comunali sono autorizzate, in deroga alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente, ad inquadrare nelle relative piante organiche, in sovrannumero, i tirocinanti». La proposta, seppur non risolutiva per una stabilizzazione a tempo indeterminato, è firmata congiuntamente dai deputati calabresi Cannizzaro, Mangialavori, Arruzzolo, Furgiuele, Loizzo, Antoniozzi, Stumpo, Baldino, Orrico, Tucci, Scutellà. Resta da capire, adesso, se riuscirà a superare le forche caudine di Montecitorio. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria