Corsa contro il tempo per arrivare alla proroga del Decreto Calabria. Lunedì 8 maggio scadono i termini di efficacia della legge che rende possibile un regime speciale per la sanità “malata” di questa regione. Sfumata la possibilità di inserire la misura nel decreto lavoro approvato lo scorso 1° maggio - la norma è stata espunta, su input del Quirinale, per disomogeneità con il resto del provvedimento -, adesso la attenzioni si concentrano su un nuovo testo da approvare in una nuova riunione del Consiglio dei ministri. Le date cerchiate in rosso sull’agenda dei vertici della Regione Calabria sono quelle di domani e dopodomani. Nulla è scontato, però, tant’è che le interlocuzioni sull’asse Cittadella-Palazzo Chigi vanno avanti senza soluzioni di continuità. Fino a ieri sera il governatore-commissario per la sanità calabrese, Roberto Occhiuto, è rimasto attaccato al telefono con ministri e sottosegretari vari per far comprendere loro l’importanza di arrivare a un prolungamento del Decreto Calabria ed evitare decadenza degli attuali commissari delle Asp e delle Ao. E se una proroga di 6 mesi è l’obiettivo minimo, ai piani alti della Cittadella si ragiona pure sull’ipotesi di arrivare fino al 31 dicembre 2023.
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