La Commissione ha deciso di avviare procedure di infrazione inviando lettera di costituzione in mora all'Italia per la non corretta attuazione della direttiva sui ritardi di pagamento (direttiva 2011/7/UE). E ha deciso di inviare un parere motivato per la non corretta attuazione delle norme della direttiva sui ritardi di pagamento. Secondo la Commissione, l'Italia non garantisce la conformita' alla direttiva sui ritardi di pagamento per quanto riguarda il settore sanitario nella Regione Calabria.
"La legge italiana costituisce una violazione della direttiva sui ritardi di pagamento in quanto proroga oltre i termini previsti dalla direttiva il termine di pagamento per i debiti delle amministrazioni pubbliche. La Commissione ha pertanto deciso di inviare all'Italia una lettera di costituzione in mora", spiega. La Commissione ha inoltre deciso di inviare un parere motivato all'Italia a seguito della mancata inclusione del noleggio di apparecchiature per intercettazioni telefoniche nelle indagini penali nella definizione di transazioni commerciali prevista nella normativa nazionale. Escludendo tali operazioni dall'ambito di applicazione della direttiva sui ritardi di pagamento, le imprese interessate non possono beneficiare della tutela accordata dalla direttiva. L'Italia dispone ora di 2 mesi per rispondere alle argomentazioni formulate dalla Commissione.
Occhiuto, con me commissario tempi pagamenti abbattuti del 60%
“Nell’ultimo anno e mezzo, da quando cioè il governo nazionale ha deciso di affidarmi l’incarico di commissario per la sanità in Calabria, la nostra Regione ha ridotto notevolmente i tempi dei pagamenti nel settore sanitario.
La media dei tempi di pagamento del sistema sanitario regionale della Calabria è passata dai 131 giorni del 2021 ai 55 giorni del 2022, e nel 2023 puntiamo a fare ancora meglio.
E anche prima del 2021 i tempi medi dei pagamenti erano praticamente cementificati: 148 giorni nel 2016, 140 giorni nel 2017, 153 giorni nel 2018, 144 giorni nel 2019, 139 giorni nel 2020.
Abbiamo, dunque, accelerato in questa direzione - abbattendo di circa il 60% i tempi medi - e soprattutto abbiamo, cosa mai fatta in oltre 12 anni di commissariamento nazionale, accertato il debito della sanità, operazione che ci consentirà nei prossimi mesi di pagare puntualmente i fornitori e di tornare a spendere per assicurare il diritto alla cura ai calabresi.
La procedura di infrazione della Commissione europea nei confronti dell’Italia riguarda una norma già modificata in seguito ad alcuni rilievi sollevati della Corte Costituzionale: i pignoramenti e le procedure esecutive resteranno, dunque, bloccati non più fino al 2025, ma solo fino al 31 dicembre del 2023.
Una riduzione temporale che comunque non ha impedito alla Regione di chiudere nei tempi previsti il percorso della circolarizzazione del debito, adesso in fase di accertamento e di validazione.
Per i prossimi mesi abbiamo due obiettivi da raggiungere, e a portata di mano: riuscire entro la metà dell’anno ad azzerare il debito accertato, facendo diventare la Calabria una Regione a ‘debito zero’; e chiudere definitivamente i bilanci dell’anno 2022, dando così finalmente un quadro di certezza ai conti sanitari calabresi, attuali e soprattutto futuri.
Il percorso è ancora lungo, ma in poco meno di 17 mesi sono stati fatti passi da gigante mai registrati prima”.
La media dei tempi di pagamento del sistema sanitario regionale della Calabria è passata dai 131 giorni del 2021 ai 55 giorni del 2022, e nel 2023 puntiamo a fare ancora meglio.
E anche prima del 2021 i tempi medi dei pagamenti erano praticamente cementificati: 148 giorni nel 2016, 140 giorni nel 2017, 153 giorni nel 2018, 144 giorni nel 2019, 139 giorni nel 2020.
Abbiamo, dunque, accelerato in questa direzione - abbattendo di circa il 60% i tempi medi - e soprattutto abbiamo, cosa mai fatta in oltre 12 anni di commissariamento nazionale, accertato il debito della sanità, operazione che ci consentirà nei prossimi mesi di pagare puntualmente i fornitori e di tornare a spendere per assicurare il diritto alla cura ai calabresi.
La procedura di infrazione della Commissione europea nei confronti dell’Italia riguarda una norma già modificata in seguito ad alcuni rilievi sollevati della Corte Costituzionale: i pignoramenti e le procedure esecutive resteranno, dunque, bloccati non più fino al 2025, ma solo fino al 31 dicembre del 2023.
Una riduzione temporale che comunque non ha impedito alla Regione di chiudere nei tempi previsti il percorso della circolarizzazione del debito, adesso in fase di accertamento e di validazione.
Per i prossimi mesi abbiamo due obiettivi da raggiungere, e a portata di mano: riuscire entro la metà dell’anno ad azzerare il debito accertato, facendo diventare la Calabria una Regione a ‘debito zero’; e chiudere definitivamente i bilanci dell’anno 2022, dando così finalmente un quadro di certezza ai conti sanitari calabresi, attuali e soprattutto futuri.
Il percorso è ancora lungo, ma in poco meno di 17 mesi sono stati fatti passi da gigante mai registrati prima”.
Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.
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