Trecentomila euro da erogare agli imprenditori edili per consentire loro di arruolare nelle proprie aziende i migranti che sono presenti sul territorio calabrese. Si può riassumere così il progetto “Oikos Calabria” (casa o famiglia dal greco antico) che di recente è stato varato dalla Regione per facilitare l’assunzione nelle ditte del settore edilizio dei profughi titolari e richiedenti la protezione internazionale e di coloro che sono in possesso del permesso di soggiorno idoneo per trovare un’occupazione. L’iniziativa, si legge nella delibera approvata dalla Giunta guidata dal presidente Roberto Occhiuto, «riguarderà l’attivazione di percorsi formativi dedicati» che prevedono «lo svolgimento di attività formativa teorica» e la «successiva esperienza professionalizzante» nelle imprese che vorranno aderire. Un programma, però, che difficilmente potrà estendersi ai superstiti del naufragio di Cutro che il 26 febbraio scorso ha causato la morte di almeno 93 migranti. In Italia, infatti, sono destinati a rimanere pochi sopravvissuti alla tragedia: in 18 - che al momento sono ospitati nelle strutture del Sistema d'accoglienza e integrazione (Sai) - hanno deciso di fare domanda per continuare ad essere ospitati nel nostro Paese. Gli altri 53 migranti hanno optato per la ricollocazione altrove. Inoltre, il piano «di inclusione socio-lavorativo» contempla «l’erogazione di un’indennità di partecipazione per il periodo» definito di «training on the job»: in sostanza, «incentivi» attinti dal calderone dei fondi Pac (Piano di azione e coesione) delle politiche sociale da mettere a disposizione dei «datori di lavoro» per procedere all’«assunzione» degli immigrati. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria