Martedì si riunisce la giunta per le elezioni di Montecitorio. All’esame della Commissione c’è il ricorso di un aspirante parlamentare calabrese, di Cosenza, Andrea Gentile. Deputato uscente (era subentrato a Roberto Occhiuto dopo la sua elezione a governatore) di Forza Italia, il “predestinato” aveva fallito la rielezione per soli 473 voti, sconfitto a sorpresa dalla grillina Anna Laura Orrico. Gentile, esponente azzurro, è figlio di Tonino, nipote di Pino e cugino della consigliera regionale Katya. Dopo la sconfitta aveva preannunciato battaglia nell’interesse di quei 65.705 elettori che lo avevano votato. Una battaglia che, adesso, passa, inevitabilmente, attraverso l’istanza di revisione dello spoglio con il riconteggio dei voti. Andrea Gentile chiede di riconsiderare, in particolare, le preferenze che sono state annullate. La decisione dovrà essere impalcata su principi che non sono statuiti ma che verranno fissati nella riunione preliminare della giunta. Iniziativa che provoca tensioni politiche all’interno di scenari impregnati di tossine che riportano a galla i miasmi di una campagna elettorale senza fine che continuano a produrre scontri tra fazioni con passaggi a vuoto e teorie complottiste.
Sull’onda di questo muro contro muro, si registra l’evidente preoccupazione dei grillini che temono di dover rinunciare a un deputato (l’esodata sarebbe Elisa Scutellà che era entrata al posto della dem, Enza Bruno Bossio, mentre Anna Laura Orrico manterrebbe il suo seggio) nel caso in cui fossero accolte le ragioni del ricorrente. E così si è già scatenata la bagarre innescata da una nota della deputata pentastellata, Vittoria Baldino.
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