L'indicazione arrivata dagli iscritti non è stata smentita dal voto nei gazebo. Ma nonostante il primato conquistato in Calabria da Stefano Bonaccini, seppur con diversi gradi di intensità - più marcato a Vibo e Cosenza, meno a Reggio, Crotone e Catanzaro -, il successo finale di Elly Schlein è destinato a segnare uno spartiacque nella storia del Pd. Quanto successo domenica scorsa - giornata segnata dalla tragica scomparsa di un militante impegnato nel seggio di Condofuri - è il risultato di una partecipazione al voto superiore alle aspettative e di una bocciatura per l'attuale gruppo dirigente, destinato a imprimere un radicale cambio di linea nel principale partito d'opposizione in Regione e nel Paese. La fibrillazione tra i dem in queste ore è massima. Non sfugge a nessuno che la sconfitta del governatore emiliano apra alla concreta ipotesi di ripercussioni anche sugli assetti calabresi. Già, perché sul nome di Bonaccini si è concentrato il sostegno di tutto l'attuale gruppo dirigente locale. Dal segretario regionale Nicola Irto fino ai cinque rappresentanti che siedono a Palazzo Campanella (oltre all'indipendente Amalia Bruni), dai segretari delle Federazioni provinciali (tranne Reggio) a sindaci e dirigenti detentori di importanti pacchetti di tessere. Ora, se la leadership di Irto non viene messa in discussione, qualcosa potrebbe cambiare sull'atteggiamento da assumere alla Regione, dove finora l'opposizione non ha brillato per intransigenza. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria