Ministro Paolo Zangrillo, l’attuazione del Pnrr segna il passo. L’ultimo decreto varato in Consiglio dei ministri è la conferma che qualcosa non funziona all’interno di Regioni ed enti locali?
«Fornire agli enti territoriali le competenze necessarie per trasformare le idee in realtà, e far accadere le cose, è un obiettivo che ho molto chiaro. Il 70 per cento degli investimenti previsti dal Piano riguarda progetti che devono essere realizzati dai territori, per cui l’attenzione nei loro confronti è alta. Non si tratta di rimarcare quello che non funziona, ma di garantire la messa a terra dei progetti. La nuova governance rafforza la regia del Piano, una occasione irripetibile che non ci lasceremo sfuggire, e prevede una serie di semplificazioni che velocizzano le decisioni e accelerano cantieri e investimenti».
Genovese, senatore ed esponente di Forza Italia, Zangrillo - fratello minore del medico personale di Silvio Berlusconi - ha assunto la guida del dicastero retto fino a qualche mese fa da Renato Brunetta in un momento decisamente delicato per la pubblica amministrazione. Il Pnrr, certo. Ma anche il tema del rinnovamento di una macchina burocratica che necessita di una “revisione”.
Il Sud arranca ancora di più su investimenti e attuazione del Piano di ripresa e resilienza. Vede il rischio di un allargamento del divario tra quest’area e il resto del Paese?
«Il governo ha a cuore l’Italia intera, nessuna area resterà indietro. Il Piano è nazionale e le norme sono rivolte a tutti gli enti territoriali, senza esclusioni. Una visione d’insieme, che tiene conto delle specificità di ciascuna area geografica, con l’obiettivo di far ripartire tutto il Paese».
Imprese e cittadini spesso lamentano i ritardi di una burocrazia spesso non al passo con i tempi. Il governo di cui lei fa parte intende rinnovare la macchina amministrativa?
«Lo stiamo già facendo. Il cuore del decreto Pnrr approvato giovedì scorso in Cdm è, non a caso, dedicato alle semplificazioni amministrative. Lavoriamo con i ministeri competenti, in un ottimo gioco di squadra che vede coinvolti anche stakeholder, associazioni di categoria e territori, su materie come ambiente, energia, infrastrutture, edilizia scolastica, cercando di anticipare le scadenze dello stesso Piano, per accelerare investimenti e cantieri. Abbiamo ad esempio reso più veloci gli interventi infrastrutturali o edilizi previsti dal Piano, con la conferenza dei servizi svolta dalla stazione appaltante in forma semplificata. I tempi per le determinazioni da rendere in Conferenza di servizi sono stati dimezzati, da 60 a 30 giorni, e in casi eccezionali è prevista anche l’esclusione delle procedure di Via, Vas e Aia. Passano da 120 a 90 giorni i termini per la verifica dell’interesse culturale di un immobile, mentre per installare tecnologie 4G la procedura diventa completamente digitale».
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