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In Calabria “fuga” dalla Cultura, manca il personale: i musei non possono accogliere l'utenza

Soprintendenze e direzione dei musei a corto di personale nonostante gli ultimi concorsi banditi

Il parco archeologico “Scolacium” a Rocelletta di Borgia

Soprintendenze ai beni culturali sguarnite di personale, musei spesso con un numero di addetti non sufficiente per far fronte alle esigenze dell’utenza. La triste parabola della Cultura in Calabria è tutta racchiusa in alcuni numeri. Sono quelli della dotazione organica varata dal Ministero nel 2021: 755 dipendenti distribuiti nei 13 istituti culturali calabresi del Ministero, di cui 195 solo per la Direzione regionale musei e 143 nei parchi e musei dotati di autonomia speciale, cioè Reggio Calabria e Sibari. Il resto, almeno teoricamente, risulta assegnato alle 3 Soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio di Cosenza, Catanzaro-Crotone e Reggio-Vibo.
In realtà, la situazione è ben diversa. Come denunciato da Anna Laura Orrico, deputata del M5S ed ex sottosegretaria ai Beni culturali, promotrice di un’interrogazione in commissione a Montecitorio, «tra le dotazioni di personale previste e la situazione attuale c’è una differenza di unità che oscilla, per le tre Soprintendenze, intorno all’81 percento in meno; ad oggi, la Sabap di Reggio Calabria e Vibo Valentia può contare su 24 dipendenti, quella di Cosenza su 13, quella di Catanzaro e Crotone solo su 4, superata perfino dal Segretariato regionale che ne ha 10».
Una situazione paradossale, insomma. «Vani sono risultati a questo proposito - rileva Orrico -gli appelli degli Ordini professionali e delle associazioni culturali, che chiedono i primi, di velocizzare il rilascio delle autorizzazioni, dall’altra le associazioni, ritengono necessaria una maggiore tutela del territorio».

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