"Ringrazio tutti i membri del Consiglio Regionale della Calabria per aver approvato all’unanimità la mia mozione relativa all’inserimento della “Vulvodinia”, della “Neuropatia del Pudendo” e della “Fibromialgia” nell’elenco regionale delle malattie croniche e invalidanti riconosciute nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). In questi ultimi mesi avevo ricevuto numerose segnalazioni di disagi da parte di Associazioni e pazienti calabresi affette da queste patologie e ho voluto portare all’attenzione del Consiglio questa importante problematica". Lo ha affermato, in una nota, il Consigliere Regionale e Segretario Questore, Ernesto Francesco Alecci.
"Si tratta di malattie subdole, difficili da diagnosticare, - ha proseguito - che possono avere forti ricadute dal punto di vista non solo fisico e psicologico, ma anche economico. La Vulvodinia e la Neuropatia del Pudendo colpiscono le donne di tutte le età causando forti dolori nella zona dei genitali e del basso ventre. La Fibromialgia presenta dolori muscolari diffusi e colpisce anche tantissimi uomini. Nelle forme più gravi chi ne soffre ha grandi difficoltà nel lavorare, studiare o svolgere le normali attività quotidiane. I centri più attrezzati per le cure sono presenti in prevalenza nelle regioni del Nord Italia e i pazienti sono spesso obbligati a farsi curare fuori regione, con conseguenti ritardi nella diagnosi e costi elevati per le terapie necessarie".
"Con l’approvazione della mozione, come detto, la Regione Calabria si dovrà attivare per colmare questo divario impegnandosi innanzitutto ad inserire queste patologie nel proprio elenco delle malattie croniche e invalidanti riconosciute nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e sostenere all’interno della conferenza Stato-Regioni e in Commissione Nazionale per l’aggiornamento LEA tale riconoscimento anche da parte del SSN. Inoltre, ho chiesto che la Regione si attivi - ha concluso - nel programmare da oggi in avanti una corretta formazione al personale medico, individuare presidi sanitari pubblici da specializzare nella cura di queste patologie, promuovere scambi di buone-prassi con presidi ospedalieri specializzati in altre regioni e campagne di prevenzione volte alla sensibilizzazione dei cittadini sulla natura di queste patologie. Secondo recenti studi sono oltre 100.000 i calabresi affetti da queste patologie. Mi auguro che adesso la Calabria sappia cogliere questa sfida e soprattutto vincerla.
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