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Autonomia, in Calabria lo scontro si allarga

Le rassicurazioni del ministro Calderoli non bastano ad abbassare le tensioni tra i diversi attori istituzionali

Le rassicurazioni del ministro Roberto Calderoli («non c’è nessuna fuga in avanti, né il rischio di blitz») non bastano a placare a gli animi. La riforma dell’Autonomia differenziata continua a preoccupare diversi attori istituzionali in Calabria. Nei prossimi giorni si riunirà a Catanzaro il comitato direttivo dell’Anci, l’associazione che riunisce la quasi totalità dei Comuni sparsi tra il Pollino e lo Stretto. Tema all’ordine del giorno - manco a dirlo - l’analisi e la valutazione del progetto legislativo che tanto sta a cuore alla Lega. «A queste condizioni - mette le mani avanti Gianni Papasso, primo cittadino di Cassano allo Ionio e incaricato di traghettare l’Anci calabrese fino al congresso del prossimo 10 febbraio - è concreto il rischio di frazionare ulteriormente il Paese e far rimanere ancora più indietro la Calabria. Un esempio su tutti: il criterio della spesa storica va superato in maniera netta, scrivendolo nero su bianco».
L’Anci, dunque, si prepara ad azioni di protesta importanti senza modifiche sostanziali all’impianto della riforma. Diversi sindaci hanno aderito alla rete Recovery Sud, che per la prima volta sta riunendo amministratori del Mezzogiorno decisi a promuovere un’azione congiunta per il superamento dei divari storici, affermando il valore della coesione nazionale. Tra le richieste avanzate c’è anche quella di un incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per esporre le preoccupazioni che attraversano amministrazioni di ogni colore politico.

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