Il ministro Roberto Calderoli varcherà oggi il portone d’ingresso della Cittadella regionale con la speranza di riuscire a placare gli animi. La riforma dell’Autonomia differenziata sta creando non poche tensioni tra le forze politiche e quelle sociali calabresi. È di qualche giorno fa l’annuncio che il nuovo testo del Ddl è stato spedito a Palazzo Chigi per l’esame e l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri. La bozza definitiva conferma l’impianto sostanziale della legge. La cabina di regia, costituita con la Legge di bilancio per il 2023, lavorerà alla definizione dei Dpcm che definiranno i Livelli essenziali delle prestazioni e i relativi costi e fabbisogni standard, d’intesa con la Conferenza Unificata e con il parere parlamentare. Tuttavia le risorse, fino a quando non si definiranno fabbisogni e costi standard, saranno indicate «in base al criterio della spesa destinata a carattere permanente, fissa e ricorrente, a legislazione vigente, sostenuta dallo Stato nella Regione». Tradotto: rimane il tanto contestato criterio della spesa storica, che rischia di replicare le diseguaglianze in essere tra Regioni del Nord e Sud. Il coinvolgimento del Parlamento è previsto al termine del processo, con un’approvazione dell’intesa tra governo e Regione a maggioranza assoluta. Prima avrà la possibilità di farsi “sentire” con i pareri della Commissione parlamentare per le questioni regionali (entro 30 giorni dalla trasmissione dello schema preliminare). Il treno dell’Autonomia, in ogni caso, va avanti. Calderoli punta a un voto del Cdm sul nuovo testo per metà gennaio, entro il 15. A Catanzaro, nella giornata odierna, il ministro leghista proverà a strappare al governatore calabrese Roberto Occhiuto un “sì” più convinto sul progetto di riforma. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria