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Calabria, retromarcia (parziale) sull’azzardo: tornano vincoli e chiusure di notte

La maggioranza alla Regione corregge il tiro sulla discussa proposta di legge

Chiusura obbligatoria dalle 24 e fino alle 9 del mattino successivo, il ritorno (nei comuni sopra i 5.000 abitanti) della distanza di 500 metri per l’installazione di slot machine e altri apparecchi da gioco da luoghi ritenuti “sensibili” come scuole, luoghi di culto o impianti sportivi. Infine, ma non per ordine di importanza, superata la previsione di affidare ai sindaci - proprio per evitare di sovraccaricarli di responsabilità - il potere di regolare il settore nei territori di propria competenza. Sono i tre capisaldi dell’emendamento presentato dal leghista Giuseppe Gelardi alla riforma della legge sul gioco d’azzardo (prevista all’ordine del giorno del Consiglio regionale di dopodomani), depositato a Palazzo Campanella da alcuni protagonisti del centrodestra. Modifiche ritenute «inevitabili», sostengono alcuni esponenti della maggioranza, dopo le polemiche sollevate da associazioni e opposizioni e il duro monito lanciato dalla Conferenza episcopale calabra.
In ballo c’è un business colossale: oltre 4 miliardi è la stima dei soldi giocati in Calabria nel 202, un fenomeno che colpisce soprattutto le fasce più deboli della popolazione, quelle con maggiori difficoltà economiche. Senza regole certe, il rischio concreto è quello di alimentare traffici illeciti. Da qui la scelta del centrodestra di correggere il tiro rispetto a una proposta originaria che aveva tutto il sapore di una sanatoria nei confronti dei gestori delle slot.

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