Il pressing dei forzisti calabresi non ha prodotto gli effetti sperati: Giuseppe Mangialavori è fuori dalla squadra dei sottosegretari definita ieri nel corso del Consiglio dei ministri. Al posto del deputato vibonese, vittima del “fuoco amico” all’interno del partito azzurro, c’è Maria Tripodi, reggina di origine ma romana d’adozione e con un pedigree tutto berlusconiano, rimasta fuori dal Senato alle ultime elezioni e ora ripescata come sottosegretaria alla Farnesina. A rappresentare la Calabria non ci sarà solo la giovane dirigente di Forza Italia giovani. Al Viminale, confermando le indiscrezioni della vigilia, arriva Wanda Ferro, coordinatrice calabrese di Fratelli d’Italia e volto storico della destra calabrese. Restando ai freddi numeri, si può dire che questa regione vede raddoppiato il peso all’interno dell’Esecutivo rispetto alla scorsa legislatura, quando la rappresentanza si limitò soltanto a un sottosegretariato (Orrico con il governo Conte giallorosso e Nesci con quello Draghi). Certamente non c’è da esultare guardando al peso specifico di altri territori. Certo è che i dicasteri toccati in sorte a Ferro e Tripodi non assolutamente di secondo piano. In particolare, la deputata di FdI (che riporta Catanzaro nelle stanze dei bottoni dopo l’era di Agazio Loiero e Mario Tassone) si troverà di fronte a dossier scottanti in un momento storico particolarmente rilevante. L’investitura ricevuta rafforza sicuramente la leadership di Ferro all’interno del partito calabrese e la pone come principale interlocutrice istituzionale della Giunta regionale guidata dall’azzurro Roberto Occhiuto. Il governatore non può dirsi certamente soddisfatto dopo la definizione del puzzle degli incarichi. La trincea costruita a difesa di Mangialavori, non ufficialmente indagato ma solo citato negli atti di alcune inchieste antimafia, non è servita a evitare l’esclusione del coordinatore di FI in Calabria. La premier Giorgia Meloni ha visto nella levata di scudi dei dirigenti berlusconiani la riproposizione dello “schema Ronzulli”, ovvero il tentativo di imporre un nome non gradito, a tutti i costi. Niente da fare qualche settimana fa, e nemmeno adesso. Occhiuto, nonostante la designazione di Matilde Siracusano, alla quale è sentimentalmente legato, a sottosegretaria per i Rapporti con il Parlamento, non nasconde la propria insoddisfazione. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria