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Calabria, peones all’esame del Cdm: Ferro in pole, il caso Mangialavori

Oggi la definizione del complicato puzzle di viceministri e sottosegretari

Wanda Ferro

È il giorno decisivo per la scelta di viceministri e sottosegretari. Oggi a Palazzo Chigi si riunirà il Consiglio dei ministri – il secondo dell’era Meloni – e sarà in quella sede che verrà definito il complicato puzzle degli incarichi di sottogoverno. All’appuntamento guardano con estremo interesse i peones locali, tagliati fuori in occasione del primo giro di nomine, e ora speranzosi di strappare un posto al sole.
La giornata odierna certificherà se la Calabria è irrimediabilmente marginale nello scacchiere del centrodestra o se ancora i leader del centrodestra considerano spendibili alcune figure cresciute politicamente tra il Pollino e lo Stretto. E tra i profili in odore di “promozione” c’è sicuramente Wanda Ferro, deputata di Fratelli d’Italia e fedele custode dell’ortodossia meloniana. La coordinatrice del partito calabrese potrebbe essere nominata viceministra o sottosegretaria all’Interno, in una posizione strategica come quella del Viminale soprattutto in fase storica come quella attuale. Quella di Ferro - che da ieri si trova a Roma anche in attesa di un’eventuale chiamata - sarebbe un’indicazione dal chiaro significato politico, con l’obiettivo di presidiare un Ministero guidato da un tecnico di area salviniana. Dovesse saltare la nomina, per lei comunque sarebbe alte le chance di assumere la presidenza della commissione parlamentare Antimafia, raccogliendo così il testimone lasciato dal “calabrese” Nicola Morra.
Appeso alle decisioni del Cdm è anche il destino di Giuseppe Mangialavori, fino a qualche giorno fa annoverato tra i “blindati” per una poltrona da sottosegretario. Il deputato e coordinatore calabrese di Forza Italia è al centro di un vero e proprio caso dopo alcuni articoli di stampa. Pur non essendo imputato e neppure indagato, ma solo citato nelle carte di alcune inchieste antimafia condotte dalla Dda di Catanzaro, il suo ingresso nella compagine di governo è molto in forse. Tanto da scatenare le ire di tutto il partito calabrese, con in testa Roberto Occhiuto.

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