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Il risiko delle poltrone agita i calabresi

Parlamentari uscenti e dirigenti tutti in partenza per Roma: giorni decisivi nella Capitale per definire le candidature. Lotta tra FI e FdI per guidare il maggior numero di uninominali tra i 7 assegnati a questa regione. Il Pd aspetta la scelta di Calenda. Coinvolti diversi tra assessori e consiglieri a Palazzo Campanella

La lunga processione in direzione Roma partirà già nella giornata di oggi. Niente vacanze o partenze per luoghi esotici, in questa torrida estate: parlamentari uscenti e peones calabresi a caccia di un posto alla Camera e al Senato saranno tutti nella Capitale per assistere da vicino alla lunga fase di trattative sulle liste. Il timore di rimanere “tagliati fuori”, unito alla necessità di non perdere di vista capicorrente e leader di partito, rendono inevitabile il “pellegrinaggio” nella città eterna.

Centrodestra

Nello schieramento che un po’ tutti i sondaggisti quotano avanti, si inizierà a fare sul serio domani quando si riunirà il tavolo - che vedrà la presenza anche del governatore calabrese Roberto Occhiuto - per iniziare la difficile trattativa sui posti in lista sicuri, possibili e perdenti. I 7 collegi uninominali (5 per la Camera e 2 per il Senato) dovrebbero essere assegnati secondo una logica che tiene conto dei risultati conseguiti alle ultime elezioni e anche delle ultime rilevazioni statistiche.
Seguendo questo schema, dunque, tre collegi toccherebbero a Forza Italia, due a Fratelli d’Italia, uno alla Lega e un altro, possibile ma non certo, ai centristi. Tra i berlusconiani, (quasi) certi di una riconferma appaiono gli uscenti Francesco Cannizzaro e Andrea Gentile. Appare probabile una ricandidatura della senatrice Fulvia Caligiuri, mentre già “blindati” appaiono i seggi di un altro uscente, Giuseppe Mangialavori, e di Mario Occhiuto. Non si sa, ancora, se troverà e in che modo troverà spazio Pieluigi Caputo, attuale vicepresidente del Consiglio regionale e fedelissimo del presidente Occhiuto. Fratelli d’Italia avrà le sue punte di diamante in Wanda Ferro e Fausto Orsomarso, ma altri colonnelli locali come la consigliera regionale Luciana De Francesco e il dirigente Denis Nesci, sono pronti a sfruttare l’appeal meloniano. Quanto alla Lega, certo della ricandidatura appare essere Domenico Furgiuele, deputato al quale Matteo Salvini ha affidato il compito di coordinare la campagna elettorale del Carroccio. Spazio, poi, potrebbe essere riservato anche al capogruppo del partito a Palazzo Campanella, Simona Loizzo, all’assessore regionale Tilde Minasi. al commissario del partito, Giacomo Saccomanno, e all’ex presidente facente funzioni Nino Spirlì. Molte ambizioni animano pure i protagonisti dei cespugli della coalizione, anche se con la riduzione del numero dei seggi la selezione sarà spietata.

Centrosinistra

Su questo versante molto dipenderà dalla scelta che Azione di Carlo Calenda si appresta ad ufficializzare. In caso di accordo con il Pd, per i centristi sono pronti un paio di collegi uninominali in Calabria. Se, invece, l’intesa non ci sarà, i Dem avranno mano libera nell’individuazione dei candidati nel maggioritario. Entro domani il segretario regionale del partito, Nicola Irto, consegnerà al Nazareno la rosa degli aspiranti a un posto in Parlamento, chiedendo una deroga per i consiglieri regionali (oltre che per sé stesso anche per Mimmo Bevacqua ed Ernesto Alecci). Oltre a loro, attendono un pass gli uscenti Enza Bruno Bossio, Antonio Viscomi, Nico Stumpo (in quota Articolo 1), e il dirigente Carlo Guccione, costretto allo stop alle ultime Regionali per via dei troppi mandati accumulati. Circolano anche i nomi - come quello di Eugenio Marino, calabrese d’origine e ritenuto vicino al vicesegretario nazionale Peppe Provenzano - di alcuni possibili “paracadutati” in quei collegi uninominali che nessuno considera davvero contendibili.

M5S ed ex grillini

Lo stop al terzo mandato all’interno del M5S sbarra la strada agli uscenti Federica Dieni e Paolo Parentela. Sommando tutto alle fuoriuscite registrate negli ultimi anni, il novero dei papabili si restringe molto. A guidare uno dei listini bloccati ci sarà sicuramente Massimo Misiti, deputato e tra i custodi dell’ortodossia contiana in Calabria. Tra gli esponenti con più possibilità di una nuova chance vengono segnalati anche Riccardo Tucci e Anna Laura Orrico, Alessandro Melicchio ed Elisa Scutellà. Più staccati gli altri. Nella nuova formazione frutto del matrimonio tra Di Maio e Tabacci dovrebbero trovare invece spazio la sottosegretaria al Sud, Dalila Nesci, e il deputato Giuseppe D’Ippolito.

I centristi

Italia Viva, ancora in bilico tra la corsa in solitaria e la costruzione di un terzo polo, potrebbe puntare sul senatore Ernesto Magorno e sull’ex consigliere regionale Bruno Censore, oltre ad altri amministratori locali di fede renziana. Altri colpi a sorpresa sono attesi da Clemente Mastella con “Noi di centro”. Ancora poche ore, poi le prime caselle di un complicato puzzle inizieranno a riempirsi.

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