Alleanze da costruire, regole da definire, ma in ogni caso una certezza: tutto sarà deciso a Roma, nelle stanze delle segreterie nazionali dei partiti. In quella che si avvia a diventare la campagna elettorale più “breve” della storia repubblicana, esistono pochi punti fermi. Perfino nel centrodestra, coalizione che ha ritrovato unità dopo la caduta del governo Draghi, non mancano le incognite. Con tali premesse (forse) - senza trascurare il taglio degli eletti, in Calabria saranno in tutto 19, 11 in meno rispetto al 2018 - è più semplice comprendere i patemi di parlamentari uscenti e peones alla ricerca di un posto al sole nella Capitale.
Centrodestra
Qui attenzioni principali sono concentrate su Forza Italia. Il partito, ancora scosso per gli addii dei ministri Brunetta, Carfagna e Gelmini, non subirà grandi scossoni a livello locale. Il governatore Roberto Occhiuto, pur vantando eccellenti rapporti con gli esponenti azzurri dell’esecutivo Draghi, resta ancora convinto del ruolo e della centralità di Forza Italia. Ergo, non ci sarà nessuno strappo, anche perché tra le new entry di questa tornata potrebbe esserci Mario Occhiuto, ex sindaco di Cosenza e fratello del presidente della Regione. Altre candidature “blindate” vengono definite quelle degli uscenti Giuseppe Mangialavori e Francesco Cannizzaro. L’alternanza uomo-donna nelle liste potrebbe poi offrire chance importanti di riconferma anche alle varie Fulvia Caligiuri, Maria Tripodi e Silvia Vono. Molte ambizioni albergano pure dentro Fratelli d’Italia, partito dato in testa alla coalizione in tutti i sondaggi. I meloniani, forti delle ultime rilevazioni statistiche, sono pronti a rivendicare la guida di più di un collegio uninominale. Nella schema di partenza (suscettibile di modifiche al tavolo nazionale), a FI dovrebbero andare tre postazioni, due a FdI, mentre i restanti due dovrebbero essere appannaggio di Lega e dei cespugli centristi. In ogni caso, in FdI sono già certi di essere pista Wanda Ferro (attuale vicecapogruppo del partito alla Camera) e l’assessore regionale Fausto Orsomarso. Probabilmente in lizza ci sarà anche qualche altro degli attuali consiglieri regionali del partito. Più caotica la situazione nella Lega dopo che l’attuale presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, ha messo in discussione la leadership esercitata a livello locale dal commissario Giacomo Saccomanno. L’uscente Domenico Furgiuele dovrebbe essere riproposto, in ascesa poi le quotazioni dell’assessore regionale al Welfare, Tilde Minasi, e del capogruppo in Consiglio, Simona Loizzo.
Pd e progressisti
Il campo largo immaginato fino a una settimana fa si è ristretto dopo la mancata fiducia del M5S al premier Mario Draghi. Dunque, in casa del Pd già si ragiona su uno schema di coalizione che non comprende i pentastellati. Paradossalmente è una situazione migliore per i Dem che avrebbero a disposizione più spazi, ma è evidente come il Rosatellum favorisca la coalizioni ampie nelle battaglie per i collegi uninominali. Alla riconferma puntano gli uscenti Enza Bruno Bossio (per lei sarebbe il terzo mandato) e Antonio Viscomi, mentre al salto a Roma guardano con interesse il segretario regionale del partito, Nicola Irto, i consiglieri regionali Ernesto Alecci e Mimmo Bevacqua, oltre allo storico dirigente Carlo Guccione. Nella lista del “Pd e dei Democratici Progressisti” (il copyright è di Enrico Letta) troverà spazio anche la sinistra di Articolo 1 del ministro Roberto Speranza, che potrebbe ricandidare in Calabria l’uscente Nico Stumpo.
Il Movimento 5 Stelle
Immaginare di ripetere il boom di oltre quattro anni fa (17 eletti in Parlamento) è impossibile. Gli addii che si sono susseguiti nel corso del tempo e le scelte compiute dal leader Giuseppe Conte hanno ridefinito l’orizzonte pentastellato. Tra i sicuri di un posto in lista ci sono alcuni fedelissimi dell’ex premier come gli uscenti Massimo Misiti e Riccardo Tucci, ma buone possibilità vengono date anche ad altri parlamentari come Anna Laura Orrico, Giuseppe Auddino e Alessandro Melicchio. Lo stop al terzo mandato invocato da Beppe Grillo, invece, potrebbe sbarrare la strada a due colonne storiche del M5S in Calabria: Federica Dieni e Paolo Parentela.
L’area Draghi
Non esiste un partito del premier, ma un’area politica vasta che si riconosce in alcuni dei capisaldi della politica espressa dall’attuale premier. Tale contenitore comprende forze politiche teoricamente distanti tra loro eppure accomunate dall’ambizione di essere decisive nella prossima legislatura. Insieme per il Futuro di Luigi Di Maio potrebbe essere guidata tra il Pollino e lo Stretto dall’attuale sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci, dal deputato Giuseppe D’Ippolito. I renziani di Italia Viva saranno guidati dal senatore Ernesto Magorno, dall’ex deputato dem Bruno Censore e del sindaco facente funzioni di Reggio Calabria, Paolo Brunetti. Il facente funzioni della Città metropolitana di Reggio, Carmelo Versace, guiderà invece Azione di Carlo Calenda. Con lui potrebbero essere della partita altri dirigente come Fabio Scionti ed Emily Casciaro. Sorprese, ancora, sono in arrivo dalla pattuglia moderata capitanata da Giovanni Toni e Gaetano Quagliariello.
I battitori liberi
L’accelerazione della crisi di governo sembra aver colto di sorpresa il polo di sinistra guidato da Luigi de Magistris, ora costretto a una marcia a tappe forzate per arrivare con le carte in regola allo start. Infine, ma non per ordine di importanza, alcuni battitori liberi come il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra, la senatrice Bianca Laura Granato e i deputati Francesco Forciniti e Francesco Sapia, alla ricerca di una “casa”. Il loro comun denominatore è la matrice grillina.