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Calabria, autorità unica su acqua e rifiuti: battaglia politica sulle nomine

Dopo l’ok in Consiglio, la legge pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione

L’Autorità unica in materia di acqua e rifiuti prende rapidamente forma dopo il via libera in Consiglio regionale. Il primo step si è chiuso ieri, con la pubblicazione del testo di legge sul Bollettino ufficiale della Regione. Il secondo arriverà - almeno secondo quanto annunciato dal governatore Roberto Occhiuto - tra oggi e domani con la nomina del commissario. Si tratta di una designazione fondamentale per consentire all’Autorità di entrare nel pieno dell’operatività. «Sarà un tecnico», continua a ripetere il presidente della Giunta ai suoi interlocutori. In queste ore, alla Cittadella, si tracciano diversi profili tra i “candidabili” all’importante carica.
Quello del commissario sarà una figura transitoria, in attesa dell’entrata a regime degli organi dell’Autorità. Il presidente, infatti, sarà eletto all’interno del Consiglio direttivo di 40 componenti rappresentativi degli enti locali. I delegati, oltre a quelli espressi dai Comuni capoluogo di provincia, saranno scelti attraverso criteri che tengono conto di alcune fasce demografiche. Altro capitolo, poi, quello che riguarda il nuovo direttore generale: il potere di nomina spetta in questo caso al governatore. Il manager individuato resterà in carica per 5 anni e avrà la responsabilità della gestione tecnica, amministrativa e contabile dell’ente.

Il futuro di Sorical

Tra le priorità in capo ai nuovi responsabili dell’Autorità c’è l’acquisizione, attraverso Fincalabra, delle quote (al costo simbolico di 1 euro) detenute dal socio privato di Sorical, società che si è occupata di gestire le risorse idriche calabresi. In Calabria ancora non è stato attivato il servizio idrico integrato, provvedimento richiesto da tempo dall’Ue. L’unica soluzione potrebbe essere quella di trasformare Sorical in una società pubblica a cui affidare appunto il servizio integrato come coerentemente sostenuto dall'attuale commissario Cataldo Calabretta.

Le reazioni politiche

L’approvazione di una riforma così decisiva in due settori di vitale importanza non placa le polemiche politiche. Il presidente dell’Anci Calabria, Marcello Manna, continua a esprimere perplessità perché «sebbene sia condivisibile, in linea di principio, l’attività di razionalizzazione di due servizi essenziali per la popolazione, quali il servizio idrico e quello dei rifiuti, si rimane preoccupati sulla reale applicazione fattiva della iniziativa legislativa intrapresa». Manna poi ricorda che in merito al servizio idrico, «nonostante l’assenza del supporto della Regione, certamente non ascrivibile del tutto a questa Giunta, l’Assemblea dei sindaci, dimostrando maturità amministrativa, ha tentato, si ribadisce quasi a “mani nude“, di organizzarsi attraverso la costituzione di una società di servizio a controllo pubblico, Acque Pubbliche della Calabria, per generare le condizioni di accesso ai fondi».

La questione M5S

E resta alta la tensione anche nel M5S dopo il voto favorevole alla riforma espresso dal consigliere regionale Francesco Afflitto. Il giudizio del capogruppo pentastellato, Davide Tavernise, però, rimane sospeso a metà: «Un passo in avanti rappresenta l’impegno dell’esecutivo regionale nel cercare, come richiesto dal M5S, una soluzione perché città importanti come Corigliano Rossano e Lamezia Terme, rispettivamente la terza e la quarta città della Calabria per popolazione, siano di diritto membri del Consiglio d’ambito. Resta, tuttavia, un’incomprensibile chiusura della Giunta regionale, e della sua maggioranza, sulla volontà di far eleggere il direttore generale ad opera del comitato d’ambito, quindi dai sindaci, piuttosto che dal presidente dell’esecutivo». Totale bocciatura, infine, arriva da Franco Iacucci (Pd) e Amalia Bruni, leader dell’opposizione: «Su acqua e rifiuti si è consumato un obbrobrio, calabresi mortificati».

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