Il Pd calabrese è ripartito malgrado le difficoltà evidenti collegate alla situazione sanitaria e che dimostra la volontà di completare l’iter per il congresso nei tempi prefissati. Il quadro interno è ormai delineato: sul tavolo, per il congresso, ci sono le candidature di dell’attuale capogruppo del partito a Palazzo Campanella, Nicola Irto, e dell’ex consigliere regionale Mario Franchino. Saranno loro i portabandiera delle mozioni in campo. In teoria non dovrebbe esserci nessun dubbio sull’esito finale: Irto ha dalla sua parte quasi tutto il partito. La road map illustrata da Italo Reale, comunque, non sembra soddisfare tutti. Sergio De Simone, esponente cosentino dei “Ricostituenti”, l’area che sostiene Franchino al congresso, affonda il colpo: «Qualcuno a Roma in combutta con alcuni calabresi pensava non ad un vero congresso politico dove creare le condizioni per un chiarimento ed un rilancio del Pd e del centrosinistra in Calabria, ma ad congresso farsa che per acclamazione eleggesse un commissario calabrese-romano». A rendere ancora più teso il clima contribuisce il ricorso sottoscritto da alcuni iscritti vicini alla mozione Franchino. Le contestazioni sono legate ai tempi troppo stretti per osservare le indicazioni del Regolamento, secondo cui le candidature alla segreteria regionale devono essere sottoscritte da un numero di iscritti compreso tra 250 e 600, distribuiti in almeno tre federazioni provinciali presenti nella regione. Il tempo insomma stringe e in assenza dell’anagrafe degli iscritti, e delle restrizioni da Covid diventa difficile assolvere a quelle disposizioni. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria