Sarà celebrato entro il mese di gennaio, salvo novità clamorose legate alla pandemia, il congresso regionale del Partito democratico. Le date indicate sono quelle del 14-15 e 16 di questo mese, con la scadenza dei termini per la presentazione delle candidature, fissata al prossimo 7 gennaio.
Si tratta di un appuntamento significativo per la famiglia dem, considerato che l’assemblea certificherà la fine del lungo periodo di commissariamento che dura dal gennaio 2019. Lo scorso 31 dicembre si è chiuso il tesseramento che ha definito la platea degli iscritti titolati a votare per il nuovo segretario regionale. I numeri, non ancora formalizzati, sono lontani da quelli di un tempo –i dati relativi al 2019 parlano di 18-20mila tesserati – ma si parla comunque di almeno 10mila iscritti, il minimo sindacale per dare un minimo di credibilità all’elezione degli organismi del partito. Peraltro, in questa circostanza, il meccanismo di adesione è profondamente cambiato rispetto agli anni scorsi. È stato necessario effettuare un bonifico personalizzato o per un numero molto limitato di persone per aderire al partito. Un piccolo colpo ai padroni delle tessere che per troppi anni hanno condizionato la vita del Pd. L’unico candidato, al momento, è Nicola Irto. E difficilmente ne verranno fuori altri in grado di impensierirlo. D’altronde, l’ex presidente del Consiglio regionale, rieletto a Palazzo Campanella, potrà contare sia sull’area riformista, che sui seguaci di Franceschini e a quanto pare anche degli orlandiani. Non a caso, Carlo Guccione era presente alla conferenza stampa di presentazione. Insomma, come da tempo va predicando il segretario nazionale Enrico Letta, il Pd del domani deve sforzarsi di superare le logiche correntizie per andare a recuperarsi consensi.
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