Seduto sulla riva del fiume, Nino Spirlì aspetta di ripartire. L'esclusione dalla Giunta regionale è colpo che il “reggente”, chiamato a guidare la Cittadella dopo la prematura scomparsa di Jole Santelli, aveva in qualche modo messo in conto. Qualche mugugno interno alla Lega calabrese - che probabilmente comporterà un rimescolamento delle carte nella governance del partito - unito a ragioni di realpolitik esercitate dal governatore Roberto Occhiuto gli sono stati fatali. A poco è potuta servire la moral suasion che pure Matteo Salvini ha provato a esercitare fino all'ultimo momento utile. Non è un caso che ieri, arrivando a Catanzaro per provare a pacificare un partito attraversato da tensioni, il leader del Carroccio abbia voluto riservare parole al miele nei confronti di chi ha guidato la Regione nel pieno della pandemia: «Non smetterò mai di ringraziarlo per quello che fatto per la sua gente. Nino avrà un ruolo determinante sia a livello nazionale che calabrese. So che potrò contare su di lui». L'occasione, per Spirlì, potrebbe essere rappresentata dalle elezioni politiche.
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