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Giusy Princi neo vicepresidente della Regione Calabria: "Il mio sogno? Fermare la fuga dei cervelli"

La nuova vicepresidente della Regione ieri ha salutato il “suo” Liceo Leonardo da Vinci che ha trasformato in eccellenza nazionale

Giusy Princi

La prima impressione è quella di una ventata di aria fresca. E anche di un’iniezione di qualità nella politica calabrese. Giusy Princi – reggina, 49 anni, gli ultimi 12 spesi come dirigente scolastica a trasformare il “suo” Liceo scientifico Leonardo da Vinci in un’eccellenza nazionale – è stata la vera novità della Giunta guidata da Roberto Occhiuto. Ieri pomeriggio ha salutato docenti, personale Ata e studenti della sua scuola «in un lago di lacrime – dice –. Ho vissuto delle emozioni fortissime e non mi aspettavo di commuovermi così. Ma adesso sono pronta ad affrontare questa nuova sfida. Io ho un carattere forte e le sfide mi piacciono molto perché le affronto con grande entusiasmo e mi metto sempre in discussione. Non sono mai soddisfatta e miro sempre a fare meglio».

Durante la pandemia ha litigato spesso con Nino Spirlì a proposito della chiusura delle scuole e della Dad, ovviamente non pensava di prenderne il posto di vicepresidente. Ma la vita è sorprendente e così Giusy Princi ha lasciato la sua “comfort zone” che era tra i banchi di scuola e si è tuffata in politica cambiando in un batter d’occhio il suo orizzonte e le sue prospettive. «Ho lasciato il mio cuore al liceo “Vinci” – riconosce con la solita onestà intellettuale che tutti le riconoscono – tuttavia adesso avrò l’opportunità di lavorare per migliorare tutta la scuola calabrese. Ce la metterò tutta per cercare di cambiare davvero le cose». Ed ecco che finalmente pronuncia la parola-chiave: cambiamento. Una parola che per il presidente Roberto Occhiuto è diventata un mantra («cambieremo la Calabria», ha ripetuto e continua ripetere) e che anche lei ha già pienamente acquisito nel suo vocabolario politico. «Io mi reputo un tecnico che mette le proprie competenze al servizio del popolo calabrese – spiega la nuova vicepresidente – e credo davvero che questa volta, grazie all’impegno e all’entusiasmo del presidente Occhiuto, abbiamo l’occasione e gli strumenti per potere incidere davvero nel destino della Calabria».

Cosa l’ha convinta ad accettare la proposta di Occhiuto ed entrare in politica con un incarico così importante?
«La scelta non è stata semplice. Quando mio cugino (l’on. Francesco Cannizzaro, ndr.) mi ha detto della possibilità di entrare a fare parte dell’esecutivo regionale, ho pensato che scherzasse. Quando, poi, mi ha detto che era una possibilità reale ho cominciato a rifletterci ma avevo molti dubbi. Poi mi hanno convinta l’entusiasmo e la pragmaticità del presidente Occhiuto. Oggi stiamo vivendo un momento storico straordinario e l’utilizzo corretto del Pnrr sarà una leva formidabile per provare a cambiare le cose in Calabria. Faccio parte di una grande squadra e avverto in giro una nuova grande speranza. Posso dirlo? Sono fiduciosa di potere fare le cose per bene per rilanciare la Calabria e costruire nuove opportunità per i giovani».

Non le è stata affidata solo la vicepresidenza ma anche tante deleghe importanti. Avverte il peso della responsabilità?
«Avverto la responsabilità ma non il peso. Nella mia vita ho dovuto affrontare tante battaglie e non mi sono mai sottratta alle responsabilità che ne derivavano. Mi sono nutrita di responsabilità e non mi fanno paura».
Se potesse fare solo una cosa, quale le piacerebbe realizzare?

«Mi piacerebbe riuscire la fermare a fuga dei cervelli che impoverisce sempre più il nostro territorio. Noi qui formiamo eccellenti studenti che poi vanno via e non tornano più. Se riuscissimo a creare le condizioni affinché una volta formati i giovani calabresi restino qui, avremmo vinto una grandissima battaglia e fatto un grande regalo alla Calabria».

Tra i tanti a complimentarsi per il salto in politica c’è stato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ma Giusy Princi tiene i piedi ben saldi a terra: «I complimenti sono stati tantissimi ma rendono più alto il livello delle aspettative. Speriamo di farcela a cambiare la Calabria».

 

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