Il dolore degli sconfitti. Erodoto raccontava della malinconica rassegnazione cui erano costretti i sopravvissuti dopo una battaglia. I vinti, oltre all’oltraggio della immediata riduzione in schiavitù, erano obbligati a contare e seppellire mestamente i loro morti. E sul campo delle Amministrative e delle Regionali gli sconfitti sono stati tanti: il fragore dello scontro, per esempio, ha lasciato tutta la fascia tirrenica della provincia senza rappresentanza nell’aula dell’“Astronave” a Reggio. Di Natale e Aieta, così come più a nord De Caprio, sono infatti rimasti senza seggio. Ma la fitta più lacerante è nel petto di “Tesoro Calabria” e del suo fondatore, Carlo Tansi. Il geologo e la sua formazione politica non hanno ottenuto seggi in consiglio regionale e sono rimasti fuori anche dall’assemblea municipale. Una debacle che testimonia come il forziere elettorale sia stato svuotato con una dilapidazione del consenso velocissima dovuta, forse, ad una condotta strategicamente ondivaga non compresa dagli elettori. E piange pure l’armata pentastellata priva di rappresentanza comunale e ferma in città a percentuali (4,18) non da esercito ma da... plotone. Lacrima, invece, ma solo con un occhio, Luigi de Magistris che alle Regionali i cosentini hanno premiato con il 31,33 per cento dei consensi.
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