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In Calabria si vota: paradossi della legge elettorale. Vittoria larga? Si perdono seggi

Regionali, chi supera il 60% dei voti divide il premio di maggioranza con l’opposizione. Alla coalizione vincente toccano i due terzi dei posti in Consiglio. La doppia preferenza dovrà andare a candidati di genere diverso

Stravincere le elezioni in programma i prossimi 3 e 4 ottobre potrebbe non essere conveniente in termini di seggi in Consiglio regionale. Paradossi di una legge elettorale, quelle in vigore in Calabria, da sempre foriera di spunti per analisti e addetti ai lavori. Tra le pieghe del testo più volte emendato nel corso degli anni, c'è una previsione davvero singolare: se le liste di coalizione superano il 60% dei voti - per la cronaca, è accaduto soltanto nel 2005 con il successo del centrosinistra targato Agazio Loiero - non potranno godere a pieno del premio di maggioranza. In buona sostanza, i sei seggi assegnati con il sistema maggioritario verrebbero divisi con il resto delle opposizioni.

Rapporti di forza

Tutto ciò per non alterare i rapporti di forza all'interno dell'assemblea: due terzi dei 30 seggi in palio (l'assetto può variare di poco solo in condizioni eccezionali) toccano alla maggioranza, il resto alla minoranza. Solo in un caso la coalizione vincente potrebbe usufruire a pieno del premio di maggioranza. Succederebbe se lo schieramento vincente, con il risultato venuto fuori dalle urne, non riuscisse a conquistare almeno 15 seggi tra quelli assegnati col sistema proporzionale. In tal caso, gli scranni sarebbero sottratti da quelli attribuiti alle liste di opposizione Anche questa è un'eventualità finora mai registrata in Calabria.

Le soglie di sbarramento

Quanto alle soglie di sbarramento, quella per le coalizioni è fissata all'8 per cento, mentre per le singole liste si ferma al 4 per cento. Dei seggi ripartiti con il proporzionale: 9 quelli assegnati nel collegio Nord (Cosenza), 8 in quello Centro (Catanzaro-Crotone-Vibo), 7 in quello Sud (Reggio Calabria).

La doppia preferenza

Il 3-4 ottobre sarà invece la prima volta in cui sarà possibile esprimere una doppia preferenza: l’elettore potrà votare due candidati nella stessa lista a patto che siano di genere differente, pena l’annullamento del voto. Sono anche previste le quote di genere: nelle liste è obbligatorio che ci sia almeno il 40 per cento di candidati di genere differente.

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