“A chi, come Amalia Bruni, sostiene che l'unico obiettivo per i progressisti calabresi debba essere quello di rimettere in piedi la Calabria, rispondiamo, senza se e senza ma, che questo dovrebbe essere per ciascuno di noi, tutti, nessuno escluso, la priorità delle priorità”, lo ha dichiarato Mario Oliverio, candidato alla presidenza della Regione Calabria. “A questo proposito mi preme ricordare come, da sempre, questo sia stato l'assillo che ha rappresentato l'anima di tutte le mie dichiarazioni, assieme al carattere inclusivo, democratico e pluralistico su cui doveva, e comunque dovrà, poggiare l'unità del centrosinistra. La candidatura a presidente doveva essere espressa ricorrendo alle elezioni primarie, come fortemente e inascoltatamente richiesto da più voci. Sottolineo, infine, come la mia decisione di scendere in campo e quindi affrontare, congiuntamente a una vasta area del centrosinistra che condivide con me questa scelta, da protagonisti la competizione elettorale, è arrivata buon'ultima e distante nel tempo rispetto alle altre, dopo aver verificato che le mie parole rimanevano non solo senza risposta, ma addirittura senza interlocuzione". E, ancora, Oliverio ha aggiunto: "De Magistris affida la sua risposta a una replica in cui sostiene che non basta evitare la polverizzazione delle candidature ma occorre dare un carattere effettivamente alternativo al progetto progressista anche facendolo sostenere da persone credibili. Ora, malgrado tutto, voglio prendere positivamente ed estremamente sul serio le affermazioni di Amalia Bruni e di Luigi De Magistris. Per quanto mi riguarda sono pronto a ritirare la mia candidatura e sedermi attorno ad un tavolo con la Bruni e De Magistris, se loro faranno altrettanto, ricercando poi la candidatura capace di unire su basi pluralistiche e democratiche le diverse anime del centrosinistra e per mettere a disposizione ogni energia e progettualità per definire una strategia vincente rispetto al centrodestra. Il tutto nello spazio di pochissimi giorni, in maniera da non concedere margini a furbizie o a tornaconti strumentali. In merito alle candidature, anche queste non vanno affidate all'arbitrio di nessuno - ha concluso - ma ad un codice etico oggettivo, poggiante su regole e leggi applicabili in ogni stato di diritto, rifuggendo da fondamentalismi fuorvianti e liberticidi".