Il nuovo governatore calabrese avrà poco da festeggiare la sera del prossimo 4 ottobre. Ad attenderlo, sulla scrivania dello studio presidenziale collocato al decimo piano della Cittadella, ci sarà una mole di dossier aperti e irrisolti da far impallidire anche il più incallito degli ottimisti. Le prime questioni da affrontare sono di carattere istituzionale e ordinamentale. La Regione deve solo legiferare, programmare e controllare delegando la gestione agli enti locali e sub-regionali. Tutto ciò è realizzabile con leggi e quindi solo con la volontà politica del Consiglio regionale. Tale questione ha sempre scontato una difficoltà di relazioni politico istituzionali tra presidente di Regione e presidenti di Provincia e sindaci non “omogenei” politicamente.
Il rapporto pubblico-privato Sanità, acqua, rifiuti, energia, trasporti, servizi sociali. Nella sanità l’unico commissariamento che servirebbe è quello per la costruzione/adeguamento delle strutture sanitarie, utilizzando ordinanza di protezione civile (ci riuscì a ottenerla la Giunta Loiero ma con esiti non sempre ottimali). Per il resto, sarebbe auspicabile rivedere il rapporto pubblico/privato: tranne poche eccezioni, il privato è convenzionato per prestazioni che non richiedono rischio d’impresa e quindi non si motivano mentre dove vi è necessità di forti investimenti di innovazione rimangono al pubblico che ha tempi non in linea con l’innovazione.
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