Anticipare le elezioni comunali e regionali a settembre per evitare che un nuovo possibile (ma non scontato) picco di contagi, derivante dalla variante Delta, possa mettere a rischio la partecipazione popolare ai seggi e la salute pubblica. L’ipotesi già divide i partiti e gli schieramenti. E tuttavia l’ultima parola spetterà alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, che dovrà tirare le somme dopo un approfondito confronto con i tecnici del Comitato tecnico scientifico.
Il decreto approvato in Consiglio dei ministri lo scorso 4 marzo prevede che le elezioni «dovranno svolgersi in una data compresa tra il 15 settembre e il 15 ottobre». Le date individuate inizialmente erano il 10-11 ottobre per il primo turno e il 24-25 ottobre per gli eventuali ballottaggi.
Le voci su un’apertura in anticipo dei seggi , però, corrono tra i palazzi della politica. Al Nazareno, quartier generale del Pd, non hanno dubbi: «Si voti il prima possibile». La date indicate sottovoce sono quelle del 26-27 settembre. Contrari a tale ipotesi Lega e Forza Italia. «Chi ventila ipotesi di anticipazione - ragiona Maurizio Gasparri, responsabile Enti locali degli azzurri - parla a vuoto, perché sarebbe un errore costringere migliaia e migliaia di cittadini ad adempimenti elettorali in una fase di agosto in cui anche gli uffici pubblici potrebbero andare incontro a difficoltà. Si è stabilito da tempo di votare il 10 ottobre e si voterà il 10 ottobre».
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